Cistite psicosomatica: tenere o lasciare andare? - Divenire Magazine

Cistite psicosomatica: tenere o lasciare andare?

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L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua.

 

Margaret Atwood

“Ogni volta che finisce una relazione ecco che mi torna la cistite!! Ormai sembra quasi un’appuntamento fisso” dice Giulia “In realtà già negli ultimi mesi prima di lasciarci spesso si faceva sentire quel bruciore così fastidioso..”

“Giulia, cosa succede quando hai la cistite? ”

“mmmm non saprei..di solito non ho molta voglia di contatto, sono troppo irritata!!”

“Mi sembra di capire quindi che l’irritazione fisica vada di pari passo a quella emotiva o sbaglio?”

“In effetti negli ultimi tempi con Andrea, spesso mi capitava di essere nervosa con lui, ma lui sembrava non capire quanto… e a me sembrava di non riuscire ad esprimerglielo!!”

“Avverto la tua rabbia e frustrazione perché le aspettative di essere accolta dall’altro non sembrano essere state esaudite. Queste aspettative, combinate alle difficoltà di dialogo con Andrea, suonano come delle trappole però…”

Giulia mi guarda imbronciata, ma con gli occhi pieni di domande: iniziamo così ad esplorare il significato simbolico che la cistite riveste nella sua storia di vita.

Spesso le somatizzazioni sono espressione di un mondo emotivo di cui non riusciamo ad essere consapevoli e che quindi non possiamo efficacemente ascoltare ed esprimere nel nostro quotidiano.

“Sai Giulia, la cistite è un’infiammazione della vescica, spesso dovuta ai batteri provenienti dall’intestino che risalgano il condotto uretrale per raggiungere la vescica.

Possiamo immaginare simbolicamente che i batteri fecali potrebbero rappresentare dei contenuti emotivi considerati troppo aggressivi o di cui vergognarsi, come la tua rabbia o il bisogno di essere accolta dall’altro. Mentre l’infiammazione fa pensare ad una forte aggressività repressa: il dolore bruciante può essere la conseguenza di una frustrazione o delusione (l’altro non ti capisce e tu non sai cosa fare) che si traduce in un’aggressività autodiretta, come se ti stessi punendo per la rabbia e l’impotenza che provi.

Giulia, se pensi alla tua vita, come ti permettevi di esprimere la rabbia con le persone che ti erano molto vicine?”

“In realtà, se penso a quanco ero piccola e poi anche crescendo, la frase che mi sentivo ripetere più spesso è che dovevo “stare zitta”, soprattutto se ero arrabbiata… anche se avevo ragione ad esserlo!”

“Che ne dici, si può iniziare ad esprimere questa rabbia, anziché trattenerla dentro di te rivoltandotela contro? Cosa può accedere secondo te se la lasciassi andare?”

“Non lo so, che peggioro la situazione? Che tanto l’altro non mi capisce?”

“Certo, è una possibilità, ma quando sentiamo un’emozione dentro di noi tanto forte, negarla o reprimera forse è ancora più deleterio. I sintomi della cistite ci stanno raccontando l’ambivalenza che stai vivendo tra la necessità di lasciar andare le cose (il bisogno urgente di urinare richiama la necessità emotiva di liberarti da una situazione di sofferenza) e la paura a farlo, da cui nasce il tuo bisogno di controllare le emozioni (la difficoltà nella minzione) per timore di soffrire. Stai trattenendo così la rabbia, le lacrime ed il dolore, ma il tuo corpo ti sta chiamando ad una scelta, facendoti vivere e sentire tutta la tua sofferenza”

“Sì, lo sento, sento l’insofferenza e la voglia di liberarmi, non voglio più essere io quella che deve “pagare il conto della sofferenza” perché me la tengo dentro”

“Bene, sentire le proprie emozioni è il primo passo! Metaforicamente la vescica fa riferimento alla capacità di contenere elementi dolorosi o che non ci piacciono di noi per poi lasciarli scorrere; ci insegna a lasciare andare gli eventi della vita, proprio come fa l’acqua, cambiando forma, adattandosi alle circostanze, aggirando gli ostacoli che incontra.

“Si mi piacerebbe essere come l’acqua che scorre”.