Il sugo della vita: piacere e creatività.

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“Uno che non suona è senza sugo”.

Così diceva un padre al figlio per indirizzarlo verso la musica. In quel caso si trattava di una passione comune, ma al suonare potremmo sostituire una gran quantità di cose: il ballo, la musica, l’arte in generale.

Ma cos’è questo sugo? Cosa rende la nostra vita saporita?

È ciò che ci rende vivi, ciò che ci fa vibrare visceralmente, fino al midollo, come si dice. È quella vitalità che hanno i bambini quando vedono degli amici che giocano al parco, e letteralmente non stanno nella pelle, saltano dalla gioia!

È ciò che ci dà piacere e ciò che ci rende creativi: per Alexander Lowen, il creatore dell’analisi bioenergetica, piacere e creatività sono indissolubilmente legati.

Credo che ognuno possa trovare il proprio sugo preferito, anzi, sono convinto che ognuno di noi ne abbia il diritto! Tuttavia capita che questo diritto venga negato, a volte da noi stessi. Proprio in questo punto, spesso, avviene il lavoro psicoterapeutico: nel risvegliare il bambino naturale in noi, nel ritrovare la gioia e nel riaprirsi al piacere.

Questo, nel lavoro bioenergetico, avviene anche attraverso lo scioglimento di quelle tensioni muscolari che hanno un’origine emotiva e che creano una vera e propria gabbia in cui siamo prigionieri senza rendercene conto. A volte, questa gabbia può essere d’oro, o avere la forma di una corazza che abbiamo indossato, nostro malgrado, per difenderci. Ma, ahinoi, quanto pesa ora!

Nella psicoterapia si impara a spogliarci di questa armatura, a sciogliere la gabbia, a liberarci e a recuperare la nostra vitalità.

Non si tratta di una lotta, ma di una resa al proprio corpo: la via alla gioia.

L’alternativa, spesso, è una pasta in bianco.