É tutta colpa mia: vedere la separazione dal punto di vista dei bambini.

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“Giacomo é ingestibile, non sta fermo sulla sedia, disturba i compagni, urla e appena inizia l’ora di motoria corre come un pazzo per tutto il salone, sembra proprio una pallina impazzita che non riesce a fermarsi”.

Questa é proprio l’immagine che mi appare di fronte quando incontro Giacomo la prima volta. Non riesce a stare fermo, tocca tutto ciò che gli capita in mano, cade dalla sedia e appena prende la matita per fare un disegno il suo tratto é talmente marcato da rompere la mina della matita e bucare il foglio.

Giacomo ha 8 anni ed é molto arrabbiato; di questa rabbia non vuole parlarne apertamente, me la mostra giocando e disegnando.

Solo dopo un po’ di tempo inizierà a parlare di quello che sente nel suo corpo, che gli impedisce di stare fermo.

Ben presto la sua rabbia ha lasciato un po’ di spazio anche alla tristezza e alla paura; sua mamma e suo papà si sono lasciati da pochi mesi, ma hanno passato gli ultimi anni insieme litigando, anche per i motivi più banali.

La separazione é certamente un evento doloroso per ogni bambino. Per Giacomo, e altri bambini come lui, lo é ancora di più perché i suoi genitori, per una migliore gestione giornaliera, hanno preferito dividerlo da suo fratello. Così Giacomo si é trovato ben presto a perdere la sua routine quotidiana con entrambi i genitori e pure con suo fratello .

L’agitazione fisica che i genitori e gli insegnanti mi raccontano, mi é presto confermata dall’osservazione del bambino ed è comprensibile se pensiamo a cosa possa aver significato per Giacomo perdere tante sicurezze e punti fermi in poco tempo.

Sembra sempre in allerta, come se dentro di se avesse un fuoco sempre acceso che gli impedisce di avere momenti di pace.

Ad aggravare la situazione sono i continui conflitti molto accesi tra i genitori, che nonostante la separazione, sembrano non riuscire a rinunciare al loro legame conflittuale che in qualche maniera li costringe a rimanere uniti.

Con la separazione il loro legame di coppia é terminato ma il loro ruolo genitoriale no, e per sempre li legherà ai loro figli. Seppur con idee e modalità differenti, é importante che i genitori concordino una linea comune da seguire all’interno dei due nuovi nuclei familiari in cui il bambino si ritrova dopo la fine del legame.

I genitori dovrebbero riuscire a garantire il mantenimento di una relazione cooperativa tra loro per il benessere del figlio. Spesso però accade che questa linea comune, che permetterebbe una stabilità al bambino, diventi un elemento con cui i genitori in lite rivendicano propri diritti e colpe dell’altro. Questa modalità, mossa dalla rabbia, dal senso di fallimento e dalla fatica del cambiamento in atto, fa spesso dimenticare al genitore l’intensità degli effetti che questo comportamento ha sui propri figli.

Questi atteggiamenti sono come delle macerie che creano ancora più caos alla distruzione creata dalla separazione.

I figli sono spettatori di una scelta che é sempre dettata dagli adulti; se un bambino potesse decidere, infatti, neanche nelle situazioni più conflittuali opterebbe per una separazione dei genitori.

A più riprese i genitori di Giacomo mi diranno: “Non sentiva nulla, lui stava in silenzio davanti alla tele non ascoltava mica le nostre litigate”.

Questa é una convinzione abbastanza diffusa, eppure i bambini captano tutti i segnali che possono mettere in pericolo la propria stabilità e lo fanno con gli strumenti di cui dispongono. Stare immobili e in silenzio e non intromettersi nelle litigate conflittuali dei genitori é spesso un meccanismo di difesa che il bambino mette in atto per fronteggiare ciò che teme e gli fa paura.

É importante ricordare ciò di cui tutti i bambini hanno bisogno, sia che i genitori vivano ancora insieme, sia che siano separati: hanno bisogno di due adulti che li proteggano, che li orientino e diano loro una direzione.

I bambini hanno bisogno di chiarezza ed é necessario spiegare loro, con parole adatte alla loro età, ciò che sta accadendo con parole semplici e concrete.

Ogni bambino reagisce a modo suo alla separazione e ciò dipende dalla personalità, dalla tipologia di separazione, dai genitori e dal contesto in cui avviene.

Tuttavia le emozioni che si può trovare a sperimentare un bambino in fase di separazione, sono la paura, la tristezza, la rabbia, l’impotenza, la colpa e la vergogna.

Spesso i genitori faticano a comprendere perché il proprio figlio si senta in colpa di fronte alla fine del loro legame di coppia. In realtà sono molti i bambini che si sentono in colpa, questo può accadere ad esempio dopo aver visto i genitori litigare spesso per dilemmi educativi o per questioni riguardanti i figli. Ciò alimenta nel bambino l’idea che la separazione sia conseguenza di questi litigi di cui lui é stato la causa.

I diversi stati d’animo che travolgono tutti i membri di una famiglia che si separa devono essere gestiti adeguatamente, per far comprendere al proprio figlio che il legame tra il genitore e il bambino non cesserà mai di esistere ma durerà nonostante la separazione.

Aiutare i genitori ad elaborare il lutto verso quella famiglia ideale che speravano di creare e aiutarli a trovare un nuovo equilibrio é stato fondamentale tanto quanto aiutare Giacomo a recuperare fiducia, ad esprimere tutta la paura, la rabbia e la tristezza per la separazione dei suoi genitori.

Questo nuovo equilibrio rappresenta quel terreno stabile che ha aiutato Giacomo ad esprimere ciò che lo agitava, a stare più tranquillo e a fargli ritrovare fiducia verso l’adulto.

É necessario che i genitori siano disposti ad accogliere e aiutare i propri figli alle prese con il proprio dolore, nonostante loro stessi stiano facendo i conti con il proprio.