O mando giù o esplodo: e se invece mi arrabbiassi? Le vicissitudini delle donne tra rabbia e depressione - Divenire Magazine

La rabbia è un veleno che assumi tu sperando che il tuo nemico muoia

Reading Time: < 1 minute

La rabbia, come le altre emozioni umane, arriva e divampa in noi come un incendio, possiamo alimentarlo o spegnerlo… conta fondamentalmente ciò che facciamo della rabbia!

Tendiamo ad attribuire alla rabbia connotazioni negative, ci sentiamo sbagliati ed in colpa quando la proviamo, in realtà la rabbia è un’emozione primaria, appartiene universalmente al nostro “corredo” di esseri umani, non è né buona, né cattiva, semplicemente esiste ed ha una funzione di segnalarci quando sentiamo invadere i nostri confini, quando sentiamo che i nostri diritti e bisogni sono disattesi e ci dà la forza per reagire e cambiare.

Quindi la rabbia in sé non è distruttiva, può diventarlo, piuttosto, quando è negata, repressa e si accumula alimentando sentimenti autosvalutativi, depressivi, o colpendo il nostro corpo attraverso blocchi e malattie. Provare rabbia quindi non significa essere cattivi, conta il comportamento che ne consegue, e che possiamo modulare, perché non sia né troppo accondiscendente e passivo, né prepotente e distruttivo, nell’ascolto dei nostri bisogni e delle istanze dell’altro, nella ricerca di un terreno comune d’incontro.

La rabbia in quanto energia potente può essere quindi trasformata in creatività, amore per sé oppure essere la miccia di una guerra che porti solo distruzione.

Così anche l’amore può diventare libertà, reciprocità, crescita o possesso, controllo ed ossessione.

Ascoltiamo la nostra rabbia, riconosciamola nei nostri bisogni e valori, affermiamola per la nostra crescita, per un dialogo costruttivo nelle nostre relazioni interpersonali.

Lascia un commento