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Gli oggetti, la memoria e le emozioni.

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Ognuno di noi è riconoscibile nei tanti oggetti che possiede, in essi sono rintracciabili i sedimenti psichici della propria storia personale.

 

“Gli oggetti e la vita”, Giovanni Starace

Anche quest’anno il laboratorio di scrittura si svolgerà nella sala adiacente il piccolo museo della biblioteca: il luogo è perfetto perché cercheremo di far parlare le cose grazie alle storie di coloro che fra poco arriveranno. Uso il tempo che mi separa dall’inizio del laboratorio, per allestire anche io un “piccolo museo”, scommettendo sul fatto che semplici oggetti quotidiani diventeranno dei simboli e potranno essere l’innesco per far emergere frammenti di storie personali, a volte intime, a volte sorprendenti.

Nella mia vetrina autobiografica ci metto: una conchiglia, la boccetta di un profumo elegante, un piccolo specchio con il manico di legno, una scatolina portapillole azzurra in ottone smaltato, una confezione di carta da lettere acquistata a Firenze, alcuni sassolini lisciati dal mare di colore grigio e nero, alcuni bottoni rivestiti con un filo dorato, un’altra piccola scatola di colore avorio in tessuto, una chiave antica, un rocchetto di filo rosso, un piccolo taccuino a righe nero, una candela sferica di colore turchese. Al termine ricopro l’allestimento estemporaneo con cura, voglio mantenere l’effetto sorpresa.

Tutti i partecipanti si radunano con curiosità intorno alla piccola mostra e ognuno comincia a scegliere il proprio oggetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al termine della condivisione delle letture in gruppo, Antonio dice:

All’inizio credevo che avrei raccontato soltanto gli eventi importanti della mia vita. Al contrario, continuo a scoprire che è principalmente nelle piccole cose, in quelle che fino a ieri definivo insignificanti che mi ritrovo. Soltanto partendo dalle cose posso davvero raccontarmi.

Maria Luisa guarda i suoi compagni e fa un sorriso soddisfatto:

Ma quante storie ci sono dentro ognuno di noi? Stanno solo aspettando di essere raccontate!

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