Dipendenza affettiva

QUANDO L’AMORE FA SOFFRIRE

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Il mito di Narciso e Eco

Il mito di Narciso è uno dei più noti ed interessanti della mitologia classica.

Narciso era un giovane di una bellezza magnetica e irresistibile che morì annegato specchiandosi nel lago, stregato dalla propria immagine riflessa di cui si era innamorato perdutamente. Nel mito, tratto dal terzo libro delle Metamorfosi di Ovidio, oltre al protagonista, sono presenti anche altre figure mitologiche: una tra queste è la Ninfa Eco.

Eco è una delle Oreadi, le Ninfe delle montagne. Il mito racconta che Zeus, notando l’attitudine di Eco per il pettegolezzo, la spinse ad intrattenere sua moglie Era in modo da distrarla dalle sue numerose “scappatelle”. Quando Era si accorse dell’inganno decise di punire Eco togliendole l’uso della parola e condannandola a dover ripetere solo le ultime parole che udiva.

Un giorno, mentre Narciso cacciava, sentì rimbalzare tra le gole della montagna una voce che si esprimeva in canti e risate. Era Eco, che, al solo vederlo, s’innamorò perdutamente di lui. Ma Narciso era tanto fiero e superbo della propria bellezza, che gli pareva cosa di troppo poco conto occuparsi di una semplice ninfa.

La povera Eco, più volte rifiutata e allontanata da Narciso, ma pur sempre innamorata di lui si dimenticò ben presto di sé stessa e dei suoi bisogni così che il suo corpo deperì rapidamente fino a scomparire e a lasciare di lei solo la voce. Da allora la sua presenza si manifesta solo sotto forma di voce, la voce di Eco, che continua a ripetere le ultime parole che gli sono state rivolte.

Molte delle mie pazienti con dipendenza affettiva si comportano esattamente come ha fatto Eco, innamorandosi perdutamente del Narciso di turno. Incapaci entrambi di profonda intimità con il partner, il narcisista e la dipendente affettiva non sono in grado di vedere l’altro per la persona che è realmente, con pregi e difetti e sono destinati a soffrire.

Le donne che si legano ad un partner narcisista possono venire  manipolate, umiliate, tradite ripetutamente, insultate, denigrate, ecc., ma sentono di non riuscire a mettere fine alla relazione.

Il narcisista alterna momenti in cui disprezza e fugge dalla relazione ad altri in cui ritorna, per offrire nuovamente alla partner quelle emozioni forti che la dipendente affettiva spesso ricerca: perciò magari sparisce, non chiama, non scrive, e all’improvviso ricompare manifestando slanci di inaspettato affetto e attenzioni che fanno dimenticare ad Eco (così come a Barbara, Anna, Antonella e a tutte quelle donne con cui ogni giorno mi capita di avere a che fare in terapia) i torti subiti, nell’illusione che Narciso (nel caso delle mie pazienti si tratta di Giacomo, Lorenzo, Massimo …) sia finalmente cambiato e che possa così ricambiare il loro amore.

Anche il dolore che le pazienti riportano assomiglia a quello della bella Ninfa, che è arrivato fino all’autodistruzione, e per superarlo occorre riuscire a liberarsi dal bisogno ossessivo dell’altro per colmare il proprio vuoto e riconcentrasi su di sé, sulle nostre reali esigenze, partendo quasi sempre dalla propria storia passata dove è stato in qualche modo appreso che per essere amate bisogna abbandonare sé stesse rispondendo alla logica perversa dell’altro che “mi amerà perché sono una brava bambina”, adottando un comportamento mirato più a compiacere l’altra persona (quasi sempre un genitore) che ad assecondare la nostra vera e più profonda essenza.

 

Dipinto di John William Waterhouse