Non si deve buttare via tutto

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La rabbia, la mancanza e la creatività.

Giovanni arriva da me su consiglio del suo terapeuta. Porta una testimonianza scritta sugli eventi degli ultimi mesi che hanno profondamente segnato la sua vita. Dice che quello che ha scritto è la sua versione dei fatti, che ha cercato di essere sincero e che erano anni che non scriveva più nulla: quel testo gli è costato due settimane di fatica.

Avverto in lui un’angoscia profonda ma scorgo anche scintille di determinazione, non sarebbe qui altrimenti. Lo rassicuro subito sui fantasmi che abitano la stanza del nostro primo incontro: quello della maestra con la penna rossa per correggere gli errori e fare strazio del suo testo. L’approccio autobiografico non ha nulla a che fare con la bella scrittura, non lavoreremo sul suo testo per renderlo pubblicale ma piuttosto raccontabile. Prima di tutto a sé stesso.

Ciò che mi appare evidente, leggendo questo testo di partenza è che lui non c’è: non ci sono emozioni, né dettagli personali, lo stile è freddo, ripulito, una sorta di cronaca dettagliata in cui la sua storia scompare. Gli dico che cominceremo da quell’estraneità per farlo entrare nella sua storia, per renderlo autore della sua vicenda.

–       A chi vorresti dedicare il tuo testo? Chiedo nel secondo incontro a Giovanni

–       A mia figlia, vorrei che sapesse che non l’ho abbandonata, che la amo e che vorrei stare con lei nonostante tutto, che soffro tantissimo per la sua mancanza.

–       Dovremo lavorare sul tuo bambino interiore per trovare immagini e parole adeguate ad una bambina. Questo ti porterà lontano dal presente e dalle contingenze. All’inizio ti sembrerà di non avere direzione. Sei disposto a fare questo tragitto con me?

Quando le persone arrivano con i loro testi, il mio compito è quello di usarli come “pre-testo”, sapendo che, per la ricostruzione autobiografica, è necessario destrutturarli e dimenticarli, almeno nella prima parte-

Lavoriamo a lungo sulla “linea del tempo”, proviamo a far riemergere dal passato, dettagli, ricordi ed episodi significativi. Il mio narratore è molto diligente, svolge tutte le consegne in aula e a casa ma, in fondo, sento che scalpita, vorrebbe chiedermi dove lo stia portando ma ancora non osa. Al quinto incontro provo a rispondere, in parte, alla sua domanda: esplicito di nuovo il percorso individuato per lui, gli chiedo di avere fiducia e di non avere fretta di giungere alla meta. L’incontro successivo succede qualcosa di importante e la linea del tempo si riempie di ricordi, il meccanismo si è sbloccato, Giovanni si sta affidando al flusso della memoria e al processo della scrittura autobiografica Ora potremo avvicinarci al presente, con qualche appiglio in più.

Parliamo di paure e di desideri nell’infanzia e nell’adolescenza, emergono frammenti importanti e anche un diario segreto di cui si era completamente dimenticato (un altro “pre-testo” significativo!)

–       Qual è il tuo desiderio più grande ora?

–       È ovvio, stare con mia figlia.

–       Prova a scrivere un testo per raccontarlo, devi essere preciso, inserire dettagli, descrizioni, emozioni, devi esserci completamente nel tuo desiderio e farlo uscire dal testo. Se è sarà troppo doloroso per te, puoi provare ad usare la terza persona,

La volta successiva Giovanni arriva con il suo testo terminato, quando lo legge ci commuoviamo entrambi, segno che qualcosa si sta muovendo anche all’interno della nostra relazione.

–       Che cosa è successo per te con questo testo?

–       Qualcosa di bello…Non me l’aspettavo, non credevo di farcela. Ho pianto ma ho anche provato sollievo e pace quando l’ho terminato… E poi mi è venuta un’idea.

–       Un’idea?

–       Sì, voglio scrivere un libro per bambini. Quando avrò finito questo lavoro con te, voglio scrivere un libro per aiutare i papà separati e i loro figli. Ho già chiesto ad un’amica di aiutarmi con le illustrazioni.

–       Hai trovato una via creativa. Ora tutto il lavoro di ricomposizione della tua storia prenderà un nuovo passo. Congratulazioni!

–       Sai cosa ho pensato per la prima volta? Che nonostante tutto il dolore e la rabbia per la mia situazione, non devo buttare via tutto, posso farne qualcosa di tutto questo e mi sento molto meglio.

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