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La fragilità della famiglia con un giocatore patologico nel periodo COVID

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L’arrivo inaspettato e certamente non gradito di questa pandemia, ci ha portato a dover ridefinire nuovi equilibri in famiglia, al lavoro, con gli amici e anche nel rapporto con noi stessi.

Se tutti noi siamo direttamente esposti alle conseguenze dell’emergenza socio-sanitaria, è anche vero che ogni persona possiede risorse sociali e strategie personali differenti per gestire al meglio l’attuale difficoltà.

Da qualche mese, stiamo tutti attraversando la stessa tempesta, usando però delle imbarcazioni differenti. C’è, infatti, chi può contare di un panfilo, solido ed accogliente chi invece si trova su una fragile ed insicura barchetta in balia degli eventi”. Tra questi ultimi ci sono le persone che hanno una dipendenza da gioco d’azzardo (gambling) e le loro famiglie.

La famiglia è direttamente coinvolta nel problema. Come ci insegna la letteratura, il comportamento patologico è infatti, almeno in parte il risultato della relazione tra i membri del sistema. Quest’ultimo, a seconda della propria storia e della sua organizzazione interna, reagisce in maniera differente alla “scoperta” del sintomo del familiare.

Ricordo Angela, una giovane donna sposata da qualche anno. Casualmente, lei scopre che il marito è un incallito giocatore di slot machine e di calcio scommesse. La donna, di fronte alla triste scoperta, prende la decisione di rimboccarsi le maniche, di fare tutto da sola per tirarsi fuori “dalle sabbie mobili che stanno risucchiando lei, il marito e il loro ormai ridotto patrimonio economico”. Per molti anni, Angela, pensa di regolare le cose da sola, mettendo il giocatore in una posizione “controllata” (regolandone gli spostamenti e le disponibilità di denaro) e pagando i debiti contratti.  Angela, ora si è accorta, che il suo tentativo personale e salvifico non regge più; la presenza degli strozzini, il costante conto in rosso della banca, le frequenti ricadute del marito l’hanno portata a dover deporre le armi e chiedere l’aiuto di qualcuno.

Se nella storia di Angela, il familiare in difficoltà è visto come un soggetto molto fragile e da proteggere per Franca invece, la scoperta della dipendenza del compagno l’ha portata ad allontanarlo subito da casa. Quest’ultimo è visto dalla donna la “parte cattiva” della famiglia, il capro espiatorio di tutte le difficoltà, il soggetto pericoloso dal quale salvarsi e prendere subito le distanze. Franca così facendo, se da una parte è riuscita a preservare la situazione economica, dall’altra ha dovuto scontrarsi con conflitti e i forti dissapori emersi con i suoi figli e la famiglia d’origine del compagno che non hanno condiviso la sua scelta estrema.

Da ciò si capisce quanto le famiglie con un giocatore d’azzardo debbano gestire ed affrontare situazioni non sempre facili. In questo periodo, di restrizione e di isolamento sociale dovuti alla pandemia, il loro compito e ruolo è ancora più delicato ed impegnativo.

Infatti, l’interruzione del gioco porta il gambling a provare delle precise reazioni psicofisiche come improvvisi sbalzi d’umore, eccessiva irritabilità ed irrequietezza, difficoltà nel dormire e nel concentrarsi, evidente tremore e stato di agitazione. Inoltre, la comunicazione in famiglia è ancora più difficile. Nonostante il giocatore sia a casa, egli tenderà ad isolarsi a ricercare delle zone appartate per continuare a scommettere online.  Per non parlare poi della delicata questione di come proteggere i figli che sono molto più di prima esposti al comportamento patologico della persona.

Di fronte a tutto questo è normale che i familiari possano sentirsi in difficoltà.

Paura, impotenza, disperazione, pensieri come il non potercela fare, incertezza su come procedere ed intervenire per salvaguardare e conciliare il bene del soggetto in difficoltà con quello degli altri.

Ecco queste famiglie ogni giorno devono fare i conti con tutto questo! Non mi stupisce come Angela descrive la situazione che sta vivendo come un terremoto emotivo”, mentre Franca la paragona ad uno “tsunami” che spazza via ogni certezza!

Per loro è importante rivolgersi ad un professionista in grado di comprendere le dinamiche interne del contesto familiare, di valorizzare i punti di forza di ciascun componente e ridefinire tra loro una buona comunicazione. Solamente quando si darà la possibilità allo psicologo di conoscere e di ridefinire gli ingranaggi del sistema familiare emergeranno le risorse individuali e di gruppo necessarie per iniziare un buon percorso di cura.

….La barca, solo così diventa più sicura ed è pronta per navigare nella tempesta verso la terraferma!

 

 

 

 

 

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