La strada si fa camminando. I dilemmi delle scelte - Divenire Magazine

Un Haiku – Tornare a volere

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“Ritorneremo,

camminare e ballare.

Inciamperemo?”

 

Gradualmente, le restrizioni degli ultimi mesi, si stanno riducendo. Stiamo tornando a riassaporare le nostre libertà, e anche le nostre vecchie abitudini. Come reagiamo a questa nuova situazione?

In un libro intitolato “Cronosisma”, il grande scrittore, e grandissimo essere umano Kurt Vonnegut, ipotizza che, a causa di un’anomalia temporale, tutto il pianeta è tornato indietro, consapevolmente, di qualche anno. Ma con l’impossibilità di cambiare ciò che è già avvenuto, potendo solo ripeterlo passivamente. Ci si chiede dunque, nel libro, se l’inerzia causata dall’anomalia, una volta arrivata alla fine, non possa provocare una sorta di inciampo della volontà dovuto, appunto, all’inerzia del rivivere il tempo senza poter decidere. Come se, abituati a esser spinti da una qualche forza, ci si appoggi ad essa e, una volta interrotta la spinta, ci fosse un sobbalzo, un inciampo fuori controllo.

Può succedere anche a noi. Non mi riferisco, qui, a possibili colpi di coda della pandemia o a scelte di vita o prassi di uscita, ma a una sorta di sbalzo della volontà.

Qualcuno può essersi abituato, allo stare in casa al sicuro. E esser spaventato o intimorito dal ritorno al “mondo là fuori”. O anche semplicemente, a non aver voglia di fare tutte quelle fatiche “di prima”.

Oppure, al contrario, qualcun altro potrebbe voler fare più di prima, correndo, uscendo come non aveva mai fatto.

La domanda che pongo è: cosa può succedere alla nostra volontà?

Corriamo il rischio di ritirarci, per una volontà “indebolita” o, all’opposto di “strafare” per reazione?

Credo questo possa essere un buono spunto per sentirci e capire cosa vogliamo (che è diverso, dal domandarci “di cosa abbiamo voglia”), cosa ci muove e verso cosa siamo mossi verso un’azione e non da una reazione, che sia di paura o di slancio post-costrizioni.

Come sempre, la verità sta nel corpo, nel sentire profondo: spesso i desideri e le voglie possono essere indotti da cosa crediamo sia giusto per noi, piuttosto che da una reale volontà. Se ci fermiamo a sentire, possiamo percepire come tutto fluisca con una qualità particolare, senza attriti o stridori interiori.

Dopo questi mesi in cui siamo stati, chi più, chi meno, chiusi in casa e minacciati da un nemico invisibile, che attacca il corpo e causa una patologia respiratoria e si trasmette tramite il respiro, corriamo il rischio di aver interiorizzato queste limitazioni e di re-agire di conseguenza. In analisi bioenergetica, sappiamo che la nostra storia emotiva ci ha portato a difenderci dal dolore “indossando” una corazza per salvarci, rinunciando così a un pezzetto, più o meno grande, di vitalità, sacrificandola alla sopravvivenza e riducendo respiro e vitalità. Le tensioni che creano il nostro carattere e la nostra corazza, che ci ha salvato ma ci costringe, non nascono solo nell’infanzia, ma possono crearsi o rafforzarsi in situazioni traumatiche o di stress. E quello che abbiamo vissuto e viviamo tuttora, in particolare qui in provincia di Bergamo, è un trauma collettivo e prolungato!

Tornare al respiro e al corpo e al sentire profondo, è sicuramente una sana via di uscita, verso la libertà e la liberazione.

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