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Quando l’amore non è più esclusivo – La gelosia dei piccoli per i più piccoli

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Matilde ha quasi 5 anni ed è una bambina decisamente affettuosa ed allegra, che non ha mai destato particolari preoccupazioni nella mamma e nel papà. Ha imparato nei tempi a parlare, camminare, dormire da sola e fare pipì e popò nel vasino. Alla scuola dell’infanzia va volentieri, si diverte a giocare insieme agli altri bimbi con la sabbia, il pongo ed i colori, cantando le canzoncine che le maestre le insegnano e rispettando le loro regole.

Questo idillio incantato sembra però svanire quando arriva Matteo, il suo nuovo fratellino. Per il nuovo arrivato è stato anche aggiunto un lettino nella stanza di Matilde e lei è costretta anche ad essere presente alle visite di amici e parenti che riempiono di complimenti ed attenzioni il piccolino: “E’ proprio bello e come assomiglia alla mamma!” dicono tutti. Come se non bastasse, Matteo è sommerso di regali! La mamma poi sembra non avere occhi che per lui, e Matilde non ne può proprio più. Di notte inizia a fare la pipì a letto e di giorno non vuole più andare all’asilo, per paura che la mamma vada via da casa con il fratellino e non torni più. Ogni tanto, quando resta da sola con Matteo, Matilde gli dà qualche pizzicotto e la mamma non la perde più di vista da quando l’ha scoperto coprire il faccino del fratellino con il lenzuolino della culla.

La gelosia è un sentimento che accompagna tutte le relazioni intime, che siano quelle tra fratelli o quelle tra coniugi, tra amici o fidanzati. È una conseguenza diretta dell’amore: se si ama si sarà, inevitabilmente, in qualche forma e misura, anche gelosi. Per tale ragione, la gelosia che un bimbo prova per il proprio fratellino appena nato è un fenomeno del tutto naturale, per nulla segno di patologia. Proviamo a immaginare che cosa proveremmo noi se, ad esempio, nostra moglie o nostro marito un bel giorno ci dicesse: “Caro/a, a breve arriverà un altro marito/un’altra moglie! Non sei contento/a? Pensa a quante belle chiacchierate potrete farvi, potrete insieme guardare le partite di calcio o andare a fare spese il sabato pomeriggio!” Senza ombra di dubbio la nostra prima reazione sarebbe di rabbia feroce e la nostra prima tentazione, nella migliore delle ipotesi, quella di girare i tacchi ed andarcene per sempre da casa.

Quando un bimbo ci mostra la sua gelosia per il nuovo fratellino, ci sta dunque comunicando che ci ama e che sa che lo amiamo e che teme non solo di perdere l’amore che noi a nostra volta proviamo per lui, ma che ciò che lo spaventa di più è perdere l’esclusività dell’amore. La gelosia di nostro figlio ci parla dunque di una sua duplice capacità, quella di amare e di provare emozioni complesse: si tratta infatti di un’emozione che non può comparire prima dei 18-24 mesi di vita, in quanto richiede la capacità del piccolino di percepirsi come essere distinto dai propri genitori, e dunque la sua consapevolezza di amare mamma e papà e di essere a sua volta ricambiato.

Se osserviamo la situazione da questo punto di vista, capiamo bene come Matilde si senta spodestata dal proprio trono e come esprima, attraverso la rabbia, la paura di perdere l’affetto di mamma e papà ed il bisogno di difendere il proprio territorio, a costo di diventare una tiranna. Se pensiamo poi che ciò che lei fa è cominciare a comportarsi come una bambina più piccola, iniziando a bagnare il letto, capiamo bene che ciò che lei desidera è che la mamma si occupi di lei come si occupa del piccolo Matteo, magari – perché no? – nella mente di Matilde, cambiando anche a lei il pannolino! A volte può anche accadere che i bambini inizino a diventare capricciosi ed aggressivi, che inizino a tirare calci e a rompere oggetti o a farci continue richieste senza essere mai soddisfatti, solo per attirare la nostra attenzione.

Cosa fare dunque? Come gestire, anche nel quotidiano, un sentimento che abbiamo visto non solo essere del tutto sano ma anche evoluto nel nostro bambino?

Sicuramente il primo passo è quello di metterci nei panni di nostro figlio, manifestando comprensione, rassicurazione e sicuramente anche tanta pazienza! Dopo di che, possiamo riflettere sulla possibilità di queste semplici “istruzioni per l’uso”:

 

  1. ricordare al bambino geloso episodi del passato che dimostrano il nostro amore per lui, senza però mai ricadere nella trappola-ricatto dell’amore esclusivo, e dunque dire: “Le cose belle che abbiamo fatto insieme ti dicono che mamma e papà ti vogliono proprio tanto bene, e stai tranquillo che ne faremo ancora tante altre, anche se non saremo più soli!” e non “vorrò sempre più bene solo a te”. L’esclusività dell’amore genitoriale per un solo figlio non è realistica e rischieremmo di fare al nostro bimbo una promessa che sappiamo già di non poter mantenere, creando in lui delle aspettative che verranno inevitabilmente disattese, facendolo sentire deluso e tradito;
  2. sforzarsi di essere il più possibile equi e democratici, pur riconoscendo e valorizzando le differenze e le specificità di ciascun figlio, anche in termini di età: ad esempio il bimbo più grande taglia la torta, mentre quello più piccolo prende la prima fetta. Oppure se siamo amici, nonni o zii, oltre al regalo per il nuovo nato, pensiamo anche ad un piccolo dono per il fratellino più grande;
  3. informare per tempo il primogenito dell’arrivo di un fratellino o di una sorellina, prima che se ne accorga da solo. Il bambino si sente meno escluso se viene coinvolto nell’arrivo del lieto evento, ad esempio partecipando alle ecografie o seguendo le trasformazioni della pancia di mamma che diventa sempre più grande. Inoltre, possiamo parlargli di che cosa è un neonato, di che cosa sa e non sa ancora fare, magari sfogliando con lui dei libri adatti all’età sulla nascita e la gravidanza.
  4. cercare, per quanto possibile, di non modificare troppo le routine del primogenito, e dunque continuare a garantirgli le proprie abitudini e i propri spazi, e non introdurre ulteriori cambiamenti nella sua vita. Ad esempio, se possibile, sarebbe preferibile evitare di far iniziare al bambino nuove esperienze fuori casa, come l’essere accudito per un tempo prolungato da altri parenti della famiglia allargata: rischieremmo di alimentare il suo timore di essere stato abbandonato e sostituito.

La gelosia è un sentimento naturale ed umano, e se aiutiamo i nostri figli a gestirla, riconoscendola e legittimandola, senza tuttavia perdere la nostra capacità di contenere, dare limiti e regole, consentiremo loro di ri-conoscersi e di conoscere anche il nuovo fratellino arrivato, in modo che con il tempo e la reciproca conoscenza, la gelosia lasci spazio all’amore ed all’alleanza fraterni.

 

Riferimenti bibliografici:

Rollo, D. Un amore di fratello. Come sopravvivere a gelosia e rivalità, 2011 Ed. S. Paolo.

  

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