“Quando pensate alla leggerezza dei ballerini, poi guardategli i piedi.” (Carla Fracci)
Come per tutte le bambine che studiavano Danza Classica anche per me La Fracci, come si usava chiamarla nell’ambiente, era un riferimento, qualcuno a cui tendere.
Dei miei anni sulle punte ricordo proprio il fatto che dovetti imparare fin da piccola a fare due cose: cucire e curare le ferite dei piedi, perché la pelle facendo il callo si irrobustisse e permettesse di stare senza dolore sulle punte e per più tempo.
Ho sempre pensato alla danza come la prima forma di cura per il mio animo ferito e l’ho potuto riconoscere solo a distanza di tempo, ovviamente, quando ero adulta e avevo già fatto la mia prima psicoterapia.
La danza mi ha insegnato a trasformare la fatica in gioia, la disciplina in determinazione ed il dolore in leggerezza.
Pensiamo che le persone che portano positività nella vita lo siano perché questo è il loro carattere, ma non è affatto così, come Carla ha tenuto a sottolineare.
La Danza è stato per me come vero e proprio cammino spirituale. Essa ha rappresentato una prima strada in cui poter trasformare il mio sentire in gesto, il mio dolore in movimento autentico, le mie incertezze in domande.
È da lì che si é originata la mia ricerca, ma anche la mia guarigione.
Tutt’oggi porto la danza nelle mie sedute e nel rapporto con i miei pazienti osservando come farebbe un coreografo i movimenti ripetitivi e quelli interrotti dei miei pazienti.
La Danza è l’asso nella mia manica. È a lei che mi appello quando cerco un salto espressivo o di coscienza.
La Danza sarà per sempre il mio luogo sicuro a cui ritorno costantemente per trovare nutrimento, rassicurazione e visione.
Il paziente che sperimenta la leggerezza al termine di una seduta, ha provato e riprovato come un danzatore anche per anni.
Abbiamo danzato insieme, abbiamo riparato le ferite e alla fine, pur con i bitorzoli, abbiamo scoperto la libertà del movimento che sorge spontaneo dal nostro Essere e da esso si sono originate chiarezza e decisione.
Grazie Carla Fracci, sarai eternamente fonte di ispirazione e infinita consolazione e bellezza a cui tornare. Sempre e ancora.