non lo sopporto - Divenire Magazine

Noi vediamo l’altro per come siamo noi

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Cosa significa dire: “Mi fidavo di lui, ma ora so che non potrò più farlo”. A quale immagine di lui o di lei non possiamo più dare fiducia?
Il desiderio di vedere il Sé come un’entità solida è così grande che non cogliamo il fatto evidente che l’io non è nulla più di una raccolta di immagini di Sé, identità, convinzioni, strategie, ricordi e proiezioni.
Se ci osserviamo ripetutamente, iniziamo a vedere quanto può cambiare in fretta questo “me”, perfino da un minuto all’altro. Per quanto siamo saldi e risoluti nel prendere decisioni e impegni, spesso sorge un altro “me” che non vuole averci nulla anche fare. Per renderci conto della fluidità dell’io è sufficiente guardare i propositi per il Nuovo Anno, le diete senza fine e gli sforzi futili di modificare il nostro comportamento. Alla fine riusciamo a vedere che questo “io” apparentemente solido in realtà consiste in molti “me”, spesso in disaccordo tra loro.
Perché allora pensiamo che gli altri siano diversi? L’immagine che abbiamo dell’altro non si basa forse per lo più su una combinazione di ricordi e pii desideri, e sulle proiezioni e aspettative che ne derivano?
Ezra Bayda

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