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Abbiamo bisogno di meno opinioni e di maggiore condivisione delle nostre esperienze di vita quotidiana

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Quali sono i post più frequenti che leggo? Potrei dividerli in due categorie: post sulla situazione socio-sanitaria-politica, post sui momenti di picco (sia alto che basso, ma più alto che basso) della singola persona.

Ma la nostra vita non è rispecchiabile né nell’una né nell’altra categoria, banalmente perché non è lì che passiamo la maggior parte del nostro tempo. Le nostre giornate non sono costellate di esperienze di picco come gioie, successi o perdite e lutti. Noi siamo immersi in un processo continuo di azioni, prevalentemente di abitudini. Nell’infinitamente piccolo e abitudinario quotidiano. Mentre siamo nei nostri schemi ripetitivi ci dedichiamo prevalentemente ad un’attività: pensiamo. Siamo completamente dipendenti dal pensiero. Formuliamo opinioni continuamente, abbiamo dialoghi con noi stessi per lo più sottoforma di lamentela, peschiamo ricordi e li rivediamo all’infinito come episodi di una telenovela. Dialoghiamo poco con le persone, non raccontiamo della nostra esperienza, del ricordo che abbiamo pescato oggi, forse perché abbiamo paura che all’altro non interessi e che ci rigetti facendoci provare vergogna? Le nostre giornate sono fatte di fatica, di corse, di frustrazione e di delusione per cose semplici che però sono in grado di cambiarci l’umore: abbiamo finito le mutande perché abbiamo saltato due lavatrici, sono finiti i sacchetti per la pattumiera e i rifiuti non ci stanno più e il pavimento della cucina fa schifo, ci siamo rimasti male quando ci hanno rubato il parcheggio al supermercato o quando il collega ha fatto finta di non vederci alla macchinetta del caffè o quando abbiamo scritto qualcosa nella chat e nessuno ci ha considerato.

Nessuno parla di questo sui social ed è davvero un peccato. Perché aiuterebbe molto per riconoscerci e per sentire che non c’è poi così tanta separazione tra gli uni e gli altri. Che le nostre vite sono più simili di quanto pensiamo. Si, è così non siamo così speciali come vorremmo far credere. E quando lo scopriamo, rischiando maggior scambio delle esperienze che ci toccano nelle nostre piccole vite, possiamo anche scoprire che condividiamo la stessa fatica e le cose che proviamo, non le proviamo solo noi. Parlare e condividere le proprie esperienze anziché tenere lezioni sui massimi sistemi ci renderebbe più avvicinabili e noi potremmo sentirci meno soli e spaventati.

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