MalContento

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Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.
(S. Quasimodo)

MalContento ovvero Contento Male, un ossimoro! Perché capita di sentirsi abitati da questa condizione di insoddisfazione, irrequietezza e malessere?

Al fondo la scontentezza di sè, credo, sia fondamentalmente rabbia, rabbia repressa, e, come dice Osho, quando la rabbia è troppo soffocata diventa tristezza. Una condizione di frustrazione che si genera dal rivolgere la rabbia contro noi stessi. C’è inconsciamente qualcosa che ci spinge a punirci, ad escluderci dalla vita, perché ci sentiamo sbagliati, indegni, colpevoli. Questa profonda insoddisfazione, potrebbe manifestarsi con un senso di vuoto, con l’incapacità decisionale, con la svogliatezza che congela ogni movimento di liberazione dalla palude melmosa in cui ci si sente immersi. La sensazione è, nonostante le molte attività fatte durante la giornata, di non aver concluso nulla, robot che procedono per inerzia.

È estremamente difficile parlare e condividere questi scomodissimi stati d’animo, si schivano le domande troppo personali che ci mettono in difficoltà, travestiamo la sofferenza con un’apparente spensieratezza e uno scialbo entusiasmo. Nei periodi più bui, si tendono a rifuggire le situazioni di coinvolgimento sociale, raccontandosi che la solitudine è lungamente preferibile, e che non c’è miglior compagno del nostro divano e dell’ennesima serie televisiva. La quotidianità viene rinchiusa in sequenze routinarie, tese ad evitare ogni sorta d’imprevisto che sentiamo di non poter sopportare. La ripetitività ci consegna all’illusione di poter tenere tutto sotto controllo.

Beh effettivamente un bel quadretto, c’è che di sentirsi sopraffatti, e sta forse proprio qui la risorsa trasformativa, riconoscere che sotterranea a questi comportamenti scorre la rabbia, utilizzarla come spinta propulsiva per riprendere contatto con la nostra vita, per ascoltarci profondamente, per chiedere aiuto, per imparare ad essere più comprensivi ed indulgenti con noi, sperimentarsi accettando l’imperfezione, l’imprevisto, diventando i nostri migliori sostenitori. Conoscere i nostri bisogni, accedere a quelle che sono le nostre motivazioni vitali, ci aiuta a cogliere quelle che sono le occasioni di realizzazione, e a sentirci più soddisfatti.

Ripartiamo dal nostro corpo, ascoltiamoci, riconosciamo le emozioni che si muovono dentro noi. Il nostro corpo è portatore di una grande saggezza e non mente mai, capisce ancor prima della nostra testa…affidiamoci alla sua guida, alle sue percezioni, onoriamolo, rallentiamo i ritmi, prendiamocene cura.

Regaliamoci dei momenti speciali, facciamo qualcosa che ci fa stare bene, una passeggiata, la lettura di un libro, un bagno con oli profumati, qualcosa di semplice che non generi ulteriore stress, anche solo non fare assolutamente niente, per ricaricare le energie, per rimetterci al centro della nostra vita, prendendoci cura del nostro benessere.

Curiamo le relazioni, siano esse di coppia, familiari, amicali, lavorative perché dall’energia che si genera dall’incontro, dalla condivisione, diamo e riceviamo amore, appoggio, significato.

Impariamo a dire no alle persone, alle situazioni che non sono buone per noi, che non affrontiamo per paura di far soffrire, di deludere. È un passo per attribuirsi il giusto valore, per capire se ciò che stiamo facendo, se le persone che stiamo frequentando portano energia, valore alla nostra vita, se ci sentiamo amati senza il ricatto di controlli e condizioni. L’amore nella sua natura è in condizionato, è senza condizioni o non è amore, altresì un contratto. Chi ci ama apprezza ed ha bisogno della nostra verità.

Stiamo con quello che accade, nel qui ed ora, nella consapevolezza che non siamo i nostri pensieri, che non siamo le nostre paure, la nostra realtà dipende dai significati che le attribuiamo, come dice Epitetto “gli uomini non sono turbati dalle cose, ma dalle opinioni che essi hanno di esse”. Facciamo silenzio dentro di noi, per raggiungere una condizione di presenza, di consapevolezza non giudicante. La respirazione e la meditazione possono essere utili per riportare l’equilibrio e calmare la mente.

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