Le Relazioni non esistono per renderci felici ma per farci comprendere chi siamo

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Il partner è uno specchio che ti mostra ciò che in te ha bisogno di essere guarito
(Gloria Volpato)

Siamo condizionati a pensare che le relazioni esistano per dare e ricevere amore e pertanto scopo ultimo delle relazioni sia di renderci felici.

Questa aspettativa è una vera è propria illusione che nasce dall’esperienza primaria dell’essere stati accuditi da piccoli.
Per questo motivo ricorriamo alle relazioni come il neonato cerca il seno per sopperire alla propria immaturità esistenziale: ecco allora cercare nelle relazioni una fuga da noi stessi. Un modo per sfuggire o tollerare il dolore. Un modo per salvarci o per mantenere un’idea positiva di noi.

Questa aspettativa di trovare soluzione al dolore esistenziale nell’altro, questa “strategia” di evitamento del dolore è irrealistica e destinata a fallire e a portare delusione e sofferenza perché questo non è il ruolo né la funzione di un partner.

Nella realtà le relazioni non sono altro che un luogo per evolvere: un fantastico spazio potenziale dentro il quale sperimentarci per evolvere, crescere ed incontrare le innumerevoli parti che ci abitano e che abbiamo dimenticato oppure che non si sono ancora espresse.

Il legame autentico con un’altra persona implica il sapersi connettere autenticamente con noi stessi, riconoscere i nostri pattern tossici e disfunzionali, imparare a comunicare e a trovare il modo affinché i nostri bisogni vengano incontrati.

Insomma un lavoro, un lavoro d’amore che passa necessariamente per momenti in cui proviamo del disagio e anche dell’infelicità.

Il lavoro è ancora più arduo soprattutto se non siamo stati testimoni da piccoli di relazioni sane, aperte ed emotivamente connesse.

La funzione del partner quindi non è di accudirci, né di sostenerci, né tanto meno di “amarci”.

Il suo ruolo è di restituirci a noi stessi facendoci da specchio.

La sua disponibilità a ricoprire questa funzione è un atto d’amore, perché significa mettere a nostra disposizione il proprio sentire ed il proprio personale percorso evolutivo. Egli si dona perché noi possiamo disvelarci a noi stessi.

Questa è l’essenza profonda dello scambio d’amore: ti offro ciò che sono perché tu possa incontrarti.

Il processo che si crea tra i due mostra ad entrambe i partner ciò che in loro attende di essere guarito, se solo hanno il coraggio ( = azione del cuore) di accogliere ciò che lo specchio non con poca sofferenza ha loro da mostrare.

Questo restituirci a noi stessi dentro uno spazio condiviso ci fa sentire più integri e parte di quel Tutto che si chiama Amore, che non appartiene nè all’uno nè all’altra, ma che si fa come un fuoco che non è nè di un legno nè dell’altro ma che da entrambi si alimenta.

In questo senso il tradimento consiste nell’evitamento, nel nascondersi all’altro come Eros con Psiche o Barbablù che chiedevano di non essere mai visti, né conosciuti.

Quando ci sono queste condizioni non siamo nell’amore ma nello sfruttamento reciproco.

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