È urgente un cambio di paradigma culturale tra eterosessuali

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Apprezzo l’intento di Cucciari di non lasciar passare inosservata la trasmissione di Vespa in cui un gruppo di uomini discute sull’aborto.
Ma non condivido la scelta di provocare restando nella triste narrativa che associa il maschile alla sua potenza sessuale e al relativo, sterile, immaginario fatto di sesso, motori e soldi.
Non è svalutando gli uni e gli altri, la via d’uscita di questa squallida lotta tra generi.
Cara Cucciari, è solo cambiando il paradigma culturale che possiamo mettere semi contro la violenza: la tua scelta, confermando i pregiudizi, mantenendo la logica nell’alveo del “potere=valore” non stravolge nulla, non porta alcuna novità. Piuttosto lo conferma clamorosamente.
La verità è che sappiamo poco del mondo interiore maschile e confermiamo il fatto che ci sia poco da dire. Ci va bene continuare su questa strada? a non interrogarci su questa terra di nessuno che fortunatamente qualche Ulisse attrae e che le stesse donne, pur desiderandola, non provano a sostenere?
Mentre il ruolo di chi ha visibilità sarebbe di portare idee, possibilità alternative, visioni.
Finché non ci accorgeremo che siamo tutti vittime dello stesso virus che ci vuole incapaci di profondità, navigheremo in questo squallore.
Dunque cosa sarebbe stato rivoluzionario?
Rivoluzionario sarebbe stato chiamare altrettanti uomini che si dicessero indignati per le scelte di Vespa e per i pari che non si sono sottratti.
Rivoluzionario sarebbe stato invitare un gruppo di comici che mostrassero la parte in ombra del discorso maschile andato in onda da Vespa: la paura del femminile.
Dico femminile e non donne perché è evidente che la distruzione delle qualità del Maschile va di pari passo con quelle del Femminile.
È urgente spostare lo sguardo sulle parti luminose di questi aspetti che abitano ogni essere umano.
Perché la mancata integrazione e la conseguente lotta che osserviamo nei rapporti coincide con la mancanza di pace all’interno di ogni essere umano.
Ciò che non accettiamo dell’altro, diventa ciò che rifiutiamo e ripudiamo di noi stessi.
Così fuori e così dentro.
Ed è in questo dissesto interiore, in questa paura del maschile e del femminile, il seme della violenza tra eterosessuali (aggettivo che quasi mai viene usato. Ma il fenomeno riguarda in quasi totale prevalenza le relazioni di coppia eterosessuali).
Le identità stanno cambiando, il processo è inesorabile.
E l’inevitabile fa paura.

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