La penna è meglio di una polaroid. Scritture in cammino - Divenire Magazine

La penna è meglio di una polaroid. Scritture in cammino.

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Ogni cammino riserva sorprese: andando verso le cose, osservando quelle che vengono in senso contrario.

 

Duccio Demetrio, Filosofia del Camminare

E’ una calda giornata di fine giugno, ci avviciniamo al solstizio d’estate, è il momento giusto per proporre il consueto appuntamento di Scritture in Cammino in orario serale. La nostra meta sarà la Val Vertova, un luogo incantevole e poco conosciuto, un sentiero facile, adatto a tutti, lungo il torrente Vertova.

Due giorni prima ho provato il tragitto nella stessa fascia oraria per verificare i tempi di percorrenza Giocare con questa dimensione della luce che piano piano scompare e fa spazio alla notte propone un’ulteriore suggestione, è un’ avventura alla portata di tutti, una piccola esperienza nel non conosciuto. Quante volte ci siamo trovati in situazioni simili? Non parlo dei momenti più bui del nostro tragitto ma di tutte le volte che ci troviamo di fronte ad una decisione importante e, per decidere quale direzione prendere non possiamo contare soltanto sul pensiero razionale, piuttosto dobbiamo affidarci ai nostri passi, ad altri sensi che non siano la vista.

Il mio lavoro preparatorio ha ricevuto un’immediata ricompensa: giunti quasi alla fine del cammino, uno stuolo di lucciole ha illuminato i nostri passi, regalandoci una gioia infantile ed emozioni antiche. Spero che quella piccola magia si riproduca anche questa sera e regali ai partecipanti le stesse emozioni. Non ho alcun potere sulle lucciole, ma confido nel bosco, nel clima mite e nella programmazione del tragitto che dovrà essere più o meno in “zona lucciole” all’imbrunire. Sto immaginando quel momento mentre ci dirigiamo in macchina verso la meta.

Parcheggiamo e spiego al gruppo come si svolgerà l’esperienza, ricordo di portare una penna e un taccuino, una giacca più pesante e una coperta su cui accomodarsi per scrivere, chiedo di restare in silenzio fino alla prima tappa di scrittura e di fare attenzione alla qualità di quel silenzio non solitario.

Guido il gruppo e anche io mi lascio avvolgere dal silenzio che stiamo attraversando: sento il rumore dei passi, la voce del torrente, un cuculo che chioccia e il canto dell’usignolo. Mi concentro sul mio respiro, cerco di sentire il respiro delle compagne. Provo una sensazione di benessere e la mente confeziona per me un ricordo di cammino e di scrittura che mi riporta all’inizio del mio percorso formativo ad Anghiari, avevo da poco iniziato la scrittura dell’autobiografia.Riporto l’attenzione sul respiro e di nuovo ascolto con attenzione i passi che seguono i miei, non voglio che siano troppo incerti o insicuri. Rallento e intravvedo il luogo scelto per la prima sosta di scrittura.

Cammino e il rumore è quello dell’acqua che scorre nel torrente, velocissima, impetuosa, a volte persino assordante. Questo suono mi svuota la testa: non più parole, né pensieri, solo l’odore di foglie e di umido che mi riempie le narici. Non ho fretta e mi dimentico del movimento, mi muovo come se fossi un animale nel suo territorio.

Il sentiero è largo, ben tenuto, sterrato, fatto di pietre disposte in modo regolare.S o che non sarà una passeggiata faticosa e nemmeno troppo lunga, mi sento come una bambina a cui spetta un pacco dono. Sono felice.

Davanti a noi qualcuno ha costruito una fontana con due tronchi di legno e l’acqua esce compattacdal tubo rotondo, come se avesse una sua consistenza.

Forse è perché il cammino è una metafora antica della vita, forse per via di due libri sull’argomento che ho molto amato e che mi accompagnano sempre, forse perché questa esperienza fa parte da sempre della mia esperienza individuale e ho molti ricordi di escursioni e di passeggiate, anche se non tutti sono piacevoli, o anche perché diversi autori paragonano l’autobiografia ad un viaggio, un percorso in cui chi cammina diventa tutt’uno con il percorso, o per altri motivi ancora che scoprirò in futuro ma, fin dall’inizio della mia esperienza di formatrice al Divenire, ho proposto le Scritture in Cammino.

L’esercizio del cammino in gruppo e l’uso della scrittura come traccia dell’esperienza svolgono, di solito, una funzione maieutica, i ricordi sono dolcemente spinti verso la superficie e generano scritture che spesso sorprendono: acquistano una diversa qualità, si fanno più materiche, hanno maggiore leggerezza e fluidità.

Anche oggi le scritture condivise confermano la potenzialità di questa esperienza e dicono di benessere, di ascolto, di esperienze fusionali tra chi cammina e l’ambiente. La dislocazione spaziale, infatti, produce uno spostamento del punto di vista del narratore.

Le osservo mentre si rimettono in marcia e vedo sguardi rilassati, alcune hanno un lieve sorriso, provo una sensazioni di intimità, mi piace quello che sta accadendo nella sua semplicità perché, ancora una volta, questa esperienza sa percorrere l’ideale tragitto tra il dentro e il fuori. Fuori c’è l’ambiente naturale in cui ci si immerge e che si attraversa senza fretta e con attenzione; Dentro c’è il paesaggio interiore individuale, composto da ricordi, percezioni, immagini, frammenti di sogni e pensieri. E’ interessante esplorare con la scrittura quali parole e quali immagini questa sintesi evochi:

Un raggio di sole illumina un fiore viola ed un calabrone che lo esplora. Un fiore e un insetto. Anche io mi sento un insetto in questo verde.

Sento con piacere l’aria fresca nei polmoni e una brezza leggera si scontra con la pelle accaldata. Mi sento fusa in ciò che mi circonda, in realtà è come se fossi entrata in un altro tempo, in un altro mondo.

Voglio bere di quest’acqua viva, fredda e fragrante. Voglio bere per sentirmi viva.

In mezzo al torrente su di un masso un po’ a sproposito,come spesso accade nel nostro Paese, è appoggiata una formella con il ritratto del Cristo. Una preghiera sorge spontanea nella mente. E’ la preghiera che nasce dal cuore di tutti gli uomini, in qualsiasi parte del mondo, quando si immergono nella natura che è la loro casa e la loro naturale dimora.

Mentre cammino, il mio pensiero vede un’altra me che corre leggera. Quanta poca fatica c’è nel nostro immaginario!

Mi perdo. Ferma davanti all’acqua. Si cambia strada facendo e mi chiedo in quale punto sia la mia canzone.

Per qualche attimo, i pensieri sono rivolti solo all’acqua. Vorrei che spazzasse via tutto, vorrei sentire il freddo e il movimento nel mio cervello. L’acqua smussa gli angoli e leviga i sassi, l’acqua è pungente. Vorrei sentire l’acqua che smussa ogni mia rigidità, che leviga i difetti e che rende più pungenti i miei discorsi. L’ acqua è mia amica.

Arriviamo in cima alla valle, o meglio al tratto percorribile e ci concediamo una piccola pausa ristoratrice, poi ritorniamo sui nostri passi con un ritmo più sostenuto, c’è ancora una buona mezz’ora di luce ma il crepuscolo si avvicina e il sentiero si è svuotato, siamo gli unici a percorrerlo, immagino gli animali nel bosco e mi godo fino all’ultimo il fresco rumore dell’acqua .

Non ho dimenticato le lucciole e voglio proporre l’ultima sosta nel prato dove le ho incontrate la scorsa volta. Mi sorprendo ancora di questa eccitazione giocosa e penso a quello che ho scritto io e a quello che hanno scritto le altre.

Arriviamo alla meta appena in tempo, stendiamo le coperte sull’erba e ci accomodiamo. Non appena la luce scompare ecco una lucciola, poi un’altra e un’altra ancora. Nel giro di qualche istante siamo immerse in una piccola notte stellata in movimento. Le lucciole ci portano ricordi felici e ci raccontiamo di estati dell’infanzia, L’ultima scrittura è dedicata a quello.

2 pensieri riguardo “La penna è meglio di una polaroid. Scritture in cammino.

  1. “…due libri sull’ argomento che ho molto amato e che mi accompagnano sempre”.
    Di che libri si tratta?
    Grazie, molto suggestivo l’articolo ( e ancor di più l’esperienza descritta).
    mcarla

    1. Gentile Maria Carla, i libri sono: “Filosofia del Camminare”, Duccio Demetrio, Raffaello Cortina e “Camminare” di André Le Breton, Edizioni del Cammino.
      La ringrazio per i complimenti e , se le interessa l’esperienza, a breve organizzerò due incontri. Troverà le informazioni sul sito e sulla pagina Facebook del Centro Divenire.

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