Tutte le paure vengono vissute nell’anima, ma la paura esistenziale viene generalmente elaborata solo a livello materiale.
Accumulando denaro si cerca di guadagnarsi la “libertà dalle paure”; speriamo di poter acquistare tutto ciò che il nostro cuore desidera e in questo modo di lenire la paura, tentativo che fallisce nella maggior parte dei casi.
La paura deve essere chiamata con il suo nome prima di poter essere sconfitta, afferma a ragione Yoda nella trilogia di Guerre Stellati. Successivamente dobbiamo confrontarci con essa.
La saggezza popolare sa che “il denaro non fa la felicità, ma aiuta”, tuttavia neanche questo sembra valere per tutti. Chi osserva attentamente, si rende conto che il denaro non può fare molto per combattere la paura.
Per questo generalmente si continua ad accumularne.
Anche se sarebbe di gran lunga sufficiente, si continua ad aumentare la propria ricchezza secondo il motto “sempre più della stessa cosa”, nella speranza di riuscire a sconfiggere la paura quando se ne è accumulata abbastanza. Ciò resta quasi sempre un’illusione. Inoltre, in questo modo rimandiamo il vivere al futuro, appunto quando avremo abbastanza soldi.
L’idea che la vita cominci quando si è guadagnato “abbastanza” è un vero classico. “Inizierò a vivere domani” ruba, in genere inconsapevolmente, a molte persone diversi anni di vita, se non addirittura la vita intera. Il pensiero di base è: “Quando avrò abbastanza denaro, potrò avere tutto ciò che mi rende felice”.
Tuttavia la dura realtà è: per quanto ci si impegni, il denaro non potrà mai soddisfare questa speranza, anche quando si definisca un “abbastanza” raggiungibile.
Non ci si può liberare dalle paure o essere felici con cambiamenti che implichino più denaro.
Se il denaro non può liberarci dalla paura esistenziale, dovrebbe almeno aiutare, come sostiene il proverbio. Che questa frase sia vera lo sperano ancora tutti coloro che sentono di avere poco – quindi quasi tutti.
Fra i miei pochi conoscenti che vivono nel superfluo, nessuno ha saputo dirmi di che tipo di aiuto si tratti.
Al contrario, chi è diventato ricco ha paura di tornare povero, e color che sono nati ricchi temono di perdere il loro patrimonio – quindi di aiuto neanche l’ombra.
In effetti denaro e paura formano piuttosto in circolo vizioso, in quanto la paura ci porta ad accumulare denaro.
Non appena si hanno un po’ di soldi, si teme di perderli nuovamente.
Mi è stato riferito che ciò vale anche per i miliardari.
Chi arriva a possedere tanto, si sente più miserabile e generalmente peggio di quanto non aveva niente.
Esercizio
Dopo esservi immersi nel rilassamento interiore, meditate sulle seguenti domande:
• Quanto è realistico, in un paese come il mio, temere la fame, la sete, il freddo e la mancanza di una casa?
• Che paure conosco legate al denaro, alla povertà e alla ricchezza?
• Come mi sento quando porto con me molto denaro? Mi sento sicuro o piuttosto insicuro?
• Come mi sento quando vado in giro senza denaro?
• Quale potrebbe essere una via di mezzo in cui mi sento sicuro e non ancora minacciato?
Estratto da: Ruediger Dahlke, La psicologia del denaro. Ricchezza e qualità della vita, tecniche nuove, pp.72-73, Milano, 2010