Terapia, lettura, scrittura - Divenire Magazine

Terapia, lettura e scrittura. Perché sono così intimamente connesse.

Reading Time: 3 minutes

E’ il primo incontro con Giovanni, ci presentiamo e poi gli chiedo di raccontarmi del suo rapporto con la scrittura. Quello che arriva però è altro e, in un primo momento, mi spiazza.
Sento che è un elemento importante della sua storia, per questo non interrompo il suo racconto, lo lascio fluire e mi ci appassiono.

La storia di Giovanni parte dal suo rapporto con le storie degli altri, mi racconta delle sue difficoltà con la lettura e questo, da lettrice, mi incuriosisce:

– Per molti anni non ha mai letto un romanzo. I miei innumerevoli tentativi di ritrovare, da adulto, la passione per alcune letture adolescenti fallivano sempre. Non ambivo a diventare un forte lettore, quelli che secondo le statistiche leggono più di dodici libri all’anno, mi sarei accontentato di tornare a leggere qualcosa ogni tanto.

– Che cosa le piaceva leggere da giovane? – Gli chiedo, decisamente incuriosita da questo “non lettore” che legge le statistiche sulla lettura in Italia (i dodici libri all’anno e la categoria di “forte lettore” provengono, quasi certamente, da quella fonte).

– Ehm, non solo da giovane, anche adesso – risponde lui – Adoro i fumetti e anche ora, da adulto, mi ritrovo a divorare albi su albi e a ricordarmi perfettamente tutti gli intrecci dei vari personaggi e delle varie serie, oppure a leggere alcuni saggi di argomento politico, economico o sociale con la stessa voracità e velocità dei fumetti. E’ strano non leggo i romanzi ma ricordo,
come se fossero scolpiti in qualche angolo della memoria, molti particolari dei libri letti durante l’adolescenza. Chissà quale opinione si fa di me, dottoressa, ora che le svelato che mi piacciono i fumetti…

– I fumetti piacciono anche a me – Aggiungo io – hanno sempre fatto parte delle mie letture. Li leggevo da bambina, ho continuato a leggerli da adolescente e li leggo tuttora. Sono sempre a
caccia di nuovi autori e di nuovi illustratori.

La scoperta di condividere una passione comune fa fare un piccolo balzo in avanti alla nostra relazione, Giovanni è rassicurato e continua a raccontare:

– Poi sono stato male, anzi malissimo, e mi sono deciso ad iniziare un percorso di psicoterapia. Dopo circa un anno, la psicoterapeuta ha iniziato a consigliarmi dei romanzi. Mi pareva una cosa strana, io le chiedevo dei saggi per approfondire le varie teorie sulla psiche e lei mi dava solo romanzi e racconti: non capivo! Finché un giorno mi sono trovato davanti ad una libreria, ci sono entrato e ho passato quasi un’ora in una specie di trance che mi era piaciuta. Qualche giorno dopo ci sono tornato con la lista di letture consigliate e ho iniziato ad acquistare due libri. La sera ho cominciato a leggere il primo, Follia di Patrick McGrath. Bellissimo! L’ho letto in tre giorni e gli spazi tra una pausa di lettura e l’altra erano completamente saturati dai pensieri che quella lettura stava procurando. Finito quello ne ho attaccato subito un altro. Non vedevo l’ora di mettermi a leggere e non ho più smesso.

Comincio ad intravvedere un percorso di narrazione molto interessante nella storia di Giovanni ma rimango in attesa, aperta e disponibile ad accogliere quello che lui mi porterà, quello su cui avrà voglia di scrivere.

– Ora sono quasi alla fine del mio percorso terapeutico, sto molto meglio e ho capito perché mi è tornata la passione della lettura e anche perché sono qui, a chiederle di accompagnarmi nella scrittura autobiografica: con la psicoterapia ho ricostruito la trama della mia vita e mi sono appassionato anche alle trame delle storie degli altri. Continuo a leggere ma mi è venuta voglia anche di scrivere. Chiudo la terapia con un rilancio: voglio scrivere di me e ricostruire un pezzo della mia storia. Cominciamo?