Quando mia madre mi dice ti voglio bene. Le vicissitudini dell’amore-odio tra madre e figlia. - Divenire Magazine

Quando mia madre mi dice ti voglio bene. Le vicissitudini dell’amore-odio tra madre e figlia.

Reading Time: 4 minutes
“Che significa essere vivi?”
Yorgos l’ha guardato e dopo un silenzio ha detto:
“Per me è come una canzone, la conosci a memoria, ti sembra stupida,
sempre la stessa, la sanno tutti, ma quando
la canti di nuovo tu, ti va venire i brividi”.

 

Essere Vivi, Cristina Comencini

Quando mia madre mi dice ti voglio bene, io non le credo.

Glielo hai mai detto?

Si, quando ero un’adolescente.

E Lei come reagiva?

Come tutte le madri delle adolescenti di allora. Bofonchiava qualcosa, tipo che età è questa, e se ne andava a fare le faccende di casa.

Puoi provare a dirle qui perché non le credi tuttora?

No, non voglio.

Perché?

Non servirebbe a niente.

Non dico di dire che odi tua madre nella sua totalità, ma solo di esprimere quello che hai sentito rispetto ad un fatto o a dei fatti che sono accaduti tra di voi.

Vuoi un elenco? (Con sarcasmo).

Può essere un inizio.

Ti odio perché arrivavi in ritardo a prendermi a scuola e poi mi rimproveravi per non essere venuta a casa da sola. Avevo cinque anni e mi trattavi come un’adulta.

Ti odio perché quando facevo i miei ragionamenti ad alta voce, facevi battute e mi facevi sentire ridicola.

Ti odio perché non facevi amicizia con le altre mamme, così io non ero mai invitata alla casa delle mie amiche.

Ti odio perché hai scelto uno come il papà, che ti umiliava costantemente ed io ho pensato che essere femmine significava valere meno.

Ti odio perché quando lui umiliava me, tu ridevi compiaciuta. Per anni ho pensato che avrei voluto nascere maschio e mi sono comportata così anche nella vita, perdendo l’amore di molti uomini importanti con cui mi mettevo in competizione.

Ti odio perché una volta hai preso le mie mutante sporche e me le hai spiaccicate in faccia perché le avevo fatte cadere fuori dal cesto della biancheria sporca.

Ti odio perché mi ha sempre messo contro mio fratello.

Ti odio perché mi spaventavi a morte quando lo picchiavi con violenza inaudita. Io ero piccola e tu su questo fatto hai sempre negato e mentito, dicendo che la colpa non era tua ma del papà. Hai sempre fatto la vittima e non ti sei mai presa un po’ di responsabilità di quello che succedeva a casa nostra.

Ti odio perché non giocavi con me ma non passava un giorno che non andassi a trovare tua madre. Che per me non è mai stata una nonna.

Ti odio perché in presenza di altri parlavi di me riferendoti alla bambina, poi alla ragazzina, poi alla ragazza e poi a “quella lì”. Hai sempre evitato di chiamarmi per nome tranne quando eravamo in presenza di estranei. Cioè quasi mai, perché non si usciva e non si partecipava a nulla.

Ti odio perché non hai mai aperto un mio quaderno ma ti piaceva pavoneggiarti dei miei risultati a scuola.

Ti odio perché non mi hai allattata.

Ti odio perché ad un certo punto te ne sei andata, lasciandomi da sola a gestire il papà che mi chiedeva di sostituirmi a te.

Ti odio perché mi hai detto che la mia laurea è una laurea insignificante e inutile.

Ti odio perché mi facevi contare il mensile che il papà ti dava e mentre contavamo i soldi mi dicevi che dovevo spendere di meno.

Ti odio perché non mi sono mai sentita bella e quando ingrassavo o avevo una gravidanza mi guardavi con disgusto.

E’ sufficiente?

Dimmelo tu, ti è sufficiente?

Si, mi sembra un elenco inutile.

Che effetto ti aspettavi?
Di liberarmi di tutto questo livore, odiare stanca.

Dove senti la stanchezza?

Qui, sul collo e sopra gli occhi.

Come se?

Come se avessi dei pesi che non scendono giù e mi toccasse tenere con fatica gli occhi aperti.

Se permettessi a questi pesi di scendere cosa immagini accadrebbe?

Sembrerei una gobba sonnambula che cammina per strada. Caspita, questo mi fa venire in mente tutte le volte che ho sognato di camminare o di lavorare o di guidare con gli occhi chiusi come se fossero cuciti.

Dante, nel Purgatorio, ritrae gli invidiosi con gli occhi cuciti. Credi che questa associazione abbia qualcosa a che vedere con te?

Si, io sento spesso l’invidia. Specie da piccola. Avrei voluto avere un’altra mamma…. Ma che mi succede, perché piango? Non ho pianto a fare quella lista e lo faccio ora?

Osserva cosa accade nel tuo corpo mentre piangi.

Qualcosa si scioglie e scivola giù.

Che effetto ti fa?

(Esplode in un pianto disperato, con enormi singhiozzi).

Prova a dire a tua madre cosa senti in questo momento (mi avvicino e le appoggio una mano sul ginocchio in segno di vicinanza empatica e sostegno).

Io ho paura di te. Mamma mi fai paura.

Cosa ti fa paura di lei, prova a dirlo ora.

Mi fai paura perché sei violenta.

Mi fai paura perché quando ho bisogno del tuo sostegno mi fai sentire in colpa e dici “allora io, cosa dovrei dire?”

Mi fai paura perché quando mi guardi non sento che vedi me, ma una persona che hai in mente tu e che è molto cattiva.

E mi fa male che non capisci che se reagisco mettendomi a sbraitare con te è perché sono spaventata.

Perché …..perché ….PERCHE’ MI SEI MANCATA. MAMMA IO AVEVO TANTISSIMO BISOGNO DI TE (dice con la voce rotta dal pianto).

Pausa. Mi guarda negli occhi. Si calma.

Ora che succede?

Ho smesso di essere angosciata. Tutto quello che ho detto finora mi sembra assurdo. Come se non avessi parlato di me.

Ora chi senti di essere.

Ora sento che Io sono Io e che non mi importa del parere di mia madre.

Grandi respiri mentre si alza e cammina per la stanza.

C’è qualcosa che ancora senti di voler dire a tua madre prima di concludere la seduta?

Ciao mamma, ora sono grande e non mi importa più sapere se il tuo amore per me è vero o no.

Mi basta sentire quello che io ho per te.

2 pensieri riguardo “Quando mia madre mi dice ti voglio bene. Le vicissitudini dell’amore-odio tra madre e figlia.

  1. …in molte frasi mi ritrovo, ed ora che mamma ha un iniziale Alzheimer, mi sento ancor peggio!!!
    La odio e mi sento in colpa…orribile sensazione…ne vorrei proprio uscire!

    Devo assolutamente conoscerla, dr Volpato!!!

  2. Oddio! Ma in quante siamo? Quante madri vampire…
    Ma sono anche io madre e la paura è lo specchio che lei mi propone.
    Gloria quanto lavoro da fare! E intanto rumino pensieri

I commenti sono chiusi.