La valle dell'amore. - Divenire Magazine

La valle dell’amore.

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Tra il clamore della folla ce ne stiamo io e te, felici di essere insieme, parlando senza dire nemmeno una parola.

 

Walt Whitman

Capita che alcune persone confondano l’innamoramento con l’amore, arrivando a pensare che finita la prima fase idilliaca, fatta di emozioni intense, il meglio sia passato e la relazione sia quindi giunta al capolinea. Uso spesso una metafora per far meglio cogliere la differenza tra questi due stati emotivi: l’attraversamento della valle.

Immaginiamo che quando ci innamoriamo di una persona ci troviamo su una collina, nella città dell’innamoramento. Qui tutto è davvero molto intenso e luminoso, sentiamo le farfalle nello stomaco, vediamo nel nostro innamorato/a tutto ciò che desidereremmo in un’altra persona. Spesso, cadendo nell’idealizzazione, non vediamo nessun difetto o al momento non ci pare poi così grave o importante. Di solito il permesso di soggiorno nella città dell’innamoramento dura dai 18 ai 30 mesi: è il tempo che mediamente madre natura ci concede per vivere questo rilascio massiccio di dopamina. Ebbene sì, in questo periodo siamo inondati di dopamina, un neurotrasmettitore con effetto stimolante simile alla cocaina: ogni volta che pensiamo, vediamo o stiamo con il nostro amato: ecco che il cervello secerne una cascata di dopamina che ci tiene legati a lui. Di fatto siamo come dei tossicodipendenti!

Ma perchè questo accade? Diciamo che da un punto di vista meramente biologico essere innamorati è funzionale all’accoppiamento e quindi alla prosecuzione delle specie. Insomma18-30 mesi sono il tempo necessario per procreare e accudire i figli nel primo loro periodo di vita, come dire, madre natura ha fatto bene i suoi conti. Ma cosa accade quando ormai l’innamoramento ha fatto il suo tempo e perde effetto?

Bene, quando l’innamoramento finisce iniziamo a vedere davvero chi abbiamo davanti. La dopamina ed altri neurormoni calano, spariscono le idealizzazioni e improvvisamente quei difetti, inizialmente superabili, iniziano a diventare insopportabili. Lasciamo la città dell’innamoramento ed entriamo nella vallata: comincia la disillusione

Attraversare la vallata è un’impresa ardua. Passiamo dalla luce abbagliante della collina alla penobra dei boschi. Spesso rimaniamo delusi anche solo perché chi abbiamo davanti è diverso da quel che pensavamo, non necessariamente peggiore, ma semplicemente diverso e allora tutto diventa terribilmente irritante.

Ecco qui, ad ogni passo, ci troviamo davanti ad un bivio: usciamo dalla vallata-relazione o andiamo avanti ad esplorare questa nuova e misteriosa natura?

Più siamo sintonizzati e connessi con noi stessi più la nostra scelta sarà autentica e quindi rispettosa di noi stessi. A volte si rischia di uscire alla prima difficoltà, per paura di confrontarsi con l’altro o con se stessi, a volte si rimane più del dovuto, spesso perché si teme che non ci sia altro là fuori ad attenderci.

Nasciamo e cresciamo all’interno di relazioni con gli altri, non stupisce quindi che sia “la relazione” il luogo principe in cui avviene ogni nostro cambiamento e trasformazione.

Attraversare la vallata, con tutte le difficoltà che può serbare, diventa l’unico modo per conoscere davvero l’altro e al contempo se stessi. Se ciascun membro della coppia si mette in gioco e percorre “la propria via” cresce e magari si cresce insieme. Scopriamo così che alcuni difetti possono essere accettabili, altri diventano caratteristiche preziose che ci rivelano l’altro nella sua umanità ed intimità e ce lo rendono unico. Entriamo in contatto reciproco iniziando a vederci davvero per quello che siamo e così si forma un legame profondo.

Dopo aver attraversato molti boschi, strade irte e fiumi, a fine della valle giungiamo nella città dell’Amore. Qui non c’è una luce abbagliante che ci frastorna, ma il giorno e la notte che si susseguono, regalandoci tutte le sfumature e i colori possibili. Possiamo assaporare l’essenza delle cose fiduciosi dell’esserci dell’altro, della solidità del legame, di chi siamo noi, bravi nello scoprirci durante questo cammino. Vediamo i nostri limiti e vediamo quelli dell’amato, ci si conosce, due persone diverse che volgono lo sguardo allo stesso orizzonte.