E se la storia più triste non fosse la mia?

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Se mi sento pronta per passare dalla terapia individuale a una di gruppo?

Beh, sì, posso anche provarci. Mi ritengo socievole e curiosa.

Seduta tra i nuovi compagni di terapia mi chiedo per l’appunto cosa cribbio abbiano combinato per essere lì con me, che non sono molto a bolla.

Sembrano simpatiche persone del tutto normali.

Scopro presto di essere parecchio loquace e di annoiarle alquanto. Sbadigliano.

Quindi decido che non mi stanno poi tanto simpatiche.

In più mi urta che pare abbiano vite persino peggio della mia.

Mica sono così normali come sembrano.

Perché poi impiegano tanto tempo per raccontarsi?

Ed ecco che in capo a tre sedute va in frantumi un mio glorioso primato, lasciandomi assai indispettita: non sopporto, davvero non sopporto quando mi si dimostra che non ho la storia più triste sulla faccia della terra.