“Non capisco. Io sto benissimo da solo! Perché ho così paura che lei mi lasci?”
Questa domanda, o variazioni sul tema, ricorrono spesso in psicoterapia (nonché nella vita, di cui la terapia è un piccolo specchio).
Sappiamo di essere forti, che sappiamo cavarcela anche da soli, addirittura ci sentiamo più liberi senza nessuno intorno, ci convinciamo di essere autosufficienti e non aver bisogno di nessuno, eppure…
Eppure.
Lei o lui ci manca.
In una relazione capita spesso che senza l’Altro, ci si sente soli, abbandonati, persi. E abbiamo paura di restare in questo stato, persi, e di perdere l’Altro. Quando parliamo di sentimenti, di affetti, le cose non sono lisce e logiche come ci piacerebbe.
Essere soli è diverso da essere senza qualcuno.
La matematica non funziona: 1 ≠ 2 – 1
Riconoscere questo dà dignità al nostro dolore e alle nostre paure, e ci può aiutare a riconoscere la possibilità di metterci sulle nostre gambe e in relazione all’Altro. In analisi bioenergetica si lavora su questi temi con il contatto (sento l’Altro e la relazione) e con il grounding (ho i piedi radicati a terra): se l’Altro si sposta, io posso avere uno scossone, sento che il suo calore non c’è più, ma non cado a terra, resto in piedi.
Sentiamo, così, che ce la possiamo fare anche senza l’Altro, anche se farà male, anche se la matematica a volte sbaglia.