Il giorno in cui San Valentino non fu più santo

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Un punto di vista “CONTROCORRENTE”

Così ribattezzerei questa giornata appena trascorsa di lotta contro la violenza.

Lo farei per spostare l’attenzione dalle questioni di genere e puntare i riflettori sulle relazioni d’amore, tutte. Quelle tra uomini e donne, tra donne e donne, uomini e uomini, madri e figli, padri e figli, fratello e sorella, sorella e sorella, fratello e fratello, nonni e nipoti, e così via.

Questo è il giorno in cui l’ombra dell’amore è al centro – ad un mese esatto dal Natale – ed è su questo che dovremmo riflettere, su tutti gli equivoci dell’Amore, per citare un noto filosofo, il Prof. Moreno Montanari, il giorno in cui le illusioni, le aspettative crollano e salgono i venti dell’ira, la rabbia, la vendetta e tutte le emozioni che fanno da corollario, la gelosia, l’invidia, la vergogna, la colpa, la rabbia.

Su quelle panchine rosse, con le scarpe con il tacco alto rosse, che in un linguaggio animalesco, quello che si scatena nei casi di violenza e che non attiva l’empatia bensì l’eccitazione sessuale e l’aggressività (come pretendere di inibire un toro distribuendo oggetti rossi per la città o educare una tigre a girare per il quartiere mansueta appendendo pezzi di carne alle ringhiere), dovremmo trovare altri simboli, che parlino della difficoltà delle persone ad amare. Perché è questa la questione che andrebbe posta al centro di questa giornata: il nostro modo di amare.

La foto che accompagna questo articolo è presa dalla copertina del libro di Francesco Piccolo, intitolato: “L’animale che mi porto dentro”, edito da Einaudi. L’autore, che con coraggio prova ad indagare la profondità del maschio, scrive: “L’istinto primordiale è il sesso ed il desiderio…c’è un animale che ci portiamo dentro e che viene tenuto a bada dalla razionalità, dall’evoluzione, dal rispetto per gli altri, dalle convinzioni sociali, dal senso civile….ma quando il cervello perde le sue facoltà razionali, l’animale viene fuori in forma ossessiva.” Come se i maschi fossero fatti di due parti, una complessa ed una semplice che si occupa delle forme del corpo, del culo, delle tette, del grado di desiderio che provocano, il grado di disponibilità.

Da questo punto di vista, la campagna mediatica attraverso il rosso come verrà gestita da questa parte “semplice” degli uomini? L’effetto è a dir poco iatrogeno: anziché inibire essa fomenta la violenza. Ne siamo consapevoli? Il corpo ferito della donna è reso cosa erotica. Se allora di malattia dell’amore si tratta, iniziamo ad interrompere quanto prima questo linguaggio porno-erotico per contrastare la violenza e poniamo l’attenzione sulla condizione attuale dell’amarsi che rispecchia la povertà delle relazioni sociali. Non basta far dipingere le panchine di rosso agli studenti o appendere scarpette col tacco per la città, occorre passare velocemente ai fatti e stanziare fondi perché la materia “ delle relazioni d’amore” sia una materia di studio COSTANTE E CONTINUA IN TUTTI GLI ORDINI E I GRADI DELLA SCUOLA al pari della lingua e della matematica e oggetto della comunicazione mediatica, occorrono uomini che parlino di loro stessi, testimonial che abbiano il coraggio di apparire in pubblico e parlare di come hanno affrontato la propria “bestia” e far “sentire figo chi fa altrettanto”.

Occorrono donne che conoscano il proprio uomo interiore che le abita, per smettere di cambiare quello del proprio compagno e salvarlo oltre ogni evidente limite di realtà: perché se maschile è uguale a mostro, allora in ognuno di noi abita un potenziale violento. Occorre riabilitare il maschile, ovvero renderlo nuovamente abile di rappresentare una qualità positiva e costruttiva della società, e smettere questa deriva nichilista che non fa altro che irrigidire le differenze di genere e gli stereotipi. Tocca a noi, tocca a chi non è coinvolto, avere la capacità di gestire la complessità per coloro che, essendone travolti, non possono per ora farlo.

Allora usiamo simboli che raccontino del controllo dell’altro, come i microchip per controllare la macchina o il cellulare di qualcuno, pubblichiamo le chat con i percorsi di manipolazione, ricatto, stalking. Distribuiamo gabbie con cuori al loro interno, perché è di questo che si tratta, di come due individui pensando di amarsi costruiscono un inferno.