La scrittura non è una scorciatoia

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Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto.
(Italo Calvino)

Anna è una donna elegante, ha molti interessi, pratica diversi sport e viaggia molto. Mi dice che le è sempre piaciuto scrivere ma non lo ha mai fatto in modo sistematico e ora sente che per lei è arrivato il tempo di farlo. Vorrebbe che io la accompagnassi nella scrittura della sua storia e ha già individuato nel suo compagno di vita il destinatario esplicito di quel lavoro.

Anna è un fiume in piena, parla per mezz’ore intere e non è facile inserirsi nel suo monologo, racconta molti episodi, dei suoi viaggi, dei successi personali e professionali, ma anche del suo grande amore e del dolore ancora vivo per la perdita della madre. L’eccessiva oralità non lascia spazio alla scrittura e al termine del quarto incontro non abbiamo nemmeno un testo da condividere. Anna parla molto ma non scrive nulla, né con me né a casa. Mi sento sempre più scomoda e comincio ad avvertire un certo grado di frustrazione. Decido di affrontare con lei la questione.

-Anna dovremmo iniziare il lavoro sulla trama della tua storia ma non hai nessun testo da inserire.

-Però ho raccontato moltissimo e sai mi sento meglio, non vedo l’ora di venire da te. Erano secoli che nessuno mi ascoltava davvero

-Abbiamo stipulato un patto ricordi? La nostra relazione dovrebbe avvenire principalmente attraverso le scritture reciproche. L’obiettivo del percorso è la redazione di un testo autobiografico. Ho la sensazione che tu eluda il compito ma io non lo voglio fare…

-Si lo so… è che io…. Io non ce la faccio, non appena mi metto davanti al quaderno mi prende l’ansia e non so più cosa scrivere.

Con le parole oggi ci sono anche le emozioni, chiedo ad Anna di provare ad attraversarle con la scrittura: ne esce una lettera per me

Cara Cristina, non è vero che ho sempre scritto, non appena mi metto davanti al quaderno è come se le parole scomparissero dalla mia mente. Non è vero che sto meglio, sto facendo finta ma non ce la faccio più a fingere. Va sempre peggio. Io e il mio compagno siamo in crisi e mi ha detto che se non mi curo mi molla. Non sono fuori di testa, ho un lavoro che mi piace e tanti interessi, ma sto male e in certi giorni la rabbia è come se mi ingoiasse completamente…Dovrei fare psicoterapia, in fondo lo so da un anno, ma ho cercato una scorciatoia con te. Ora non posso più scappare….

Anna mi legge le sue parole tra le lacrime, sento che finalmente qualcosa si è mosso

-Puoi scappare, puoi uscire da qui, chiudere la porta e continuare a fingere che vada tutto bene, puoi lasciare libero accesso alla rabbia, puoi iniziare a scrivere se ciò diventerà la tua porta di accesso alla tua cura. Sei libera di scegliere la tua cura, cosa vuoi fare? Non rispondere a me ma a te stessa.

Anna mi chiama dopo qualche giorno

Ho chiesto un primo colloquio orientativo, ho scelto di prendermi davvero cura di me senza scorciatoie. Forse poi arriverà anche il tempo della scrittura.

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