Stare con sé stessi ai tempi del coronavirus

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La solitudine ci accompagna per tutta la vita e rappresenta uno stato interiore che cerchiamo più o meno consapevolmente di sfuggire, anche se, prima o poi, la vita stessa ci porta a vivere momenti e situazioni in cui siamo costretti a fermarci e a guardarla in faccia. La solitudine può essere vissuta anche se ci troviamo a contatto con gli altri e in questi casi rappresenta la solitudine peggiore, quella che ci procura più sofferenza.

Esiste un senso di solitudine che si lega alla mancanza di contatto con noi e con i nostri bisogni profondi e che ci porta a star male, esiste poi una solitudine piena, appagante legata invece al piacere di stare in contatto con noi stessi. I diversi modi con cui viviamo la nostra solitudine sono molto variegati e dipendono dalla nostra storia e da cosa ha rappresentato per noi la solitudine nel passato. Stare in solitudine può quindi rappresentare un momento di profonda sofferenza, come anche di profonda gioia dentro di noi, ma indipendentemente da questo il contatto con essa può essere utile per avere una maggiore consapevolezza di sé.

In queste settimane ognuno di noi si trova a dover fare i conti con la propria solitudine, il senso di isolamento sociale ci ha portati a dover vivere le relazioni a distanza e il maggior tempo che ci troviamo a passare con noi stessi ci può far riflettere maggiormente su di noi. Stare nella solitudine può essere un momento prezioso per riscoprire quanto ci eravamo dimenticati di noi.

Pensando alla solitudine mi viene in mente Luca che mi dice di aver trovato una propria dimensione ed uno spazio che aveva perso nella sua quotidianità frenetica, dove non c’era tempo per fermarsi ed ascoltarsi.

In questo senso penso sia molto utile potersi ritagliare ogni giorno dei piccoli spazi in cui poter rimanere soli con sé stessi attraverso ad esempio la pratica della meditazione. Questi spazi dovremmo sempre coltivarli indipendentemente dalla situazione forzata che stiamo vivendo in questo momento.

La solitudine però in taluni casi può far anche paura e far emergere tutta una serie di manifestazioni di ansia e di attacchi di panico legate proprio alla paura di sentirsi soli. Mi vengono in mente Maria e Rosa che in queste settimane si sono sentite assalite da un vissuto di angoscia che le ha, riportate a sperimentare momenti di angoscia profonda vissuti in passato, rendendosi così conto del precario senso di sicurezza nella propria vita.

Indipendentemente dal tipo di solitudine che sperimentiamo penso  importante stare e assaporare la nostra solitudine per renderci più consapevoli di come stiamo realmente con noi stessi.

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