La strada nel bosco

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“Dottoressa lei mi deve aggiustare, mi deve liberare dall’ansia!!!” quante volte mi è stata rivolta questa richiesta, quante volte questa è l’aspettativa un po’ “magica” con cui arriva il paziente che sente di avere qualcosa di sbagliato, di “guasto” appunto da aggiustare. La mia risposta di solito è disorientante “ringrazi il suo sintomo e tutto il gran lavoro che ha fatto sino ad esso per tenerla in piedi, in equilibrio. Il suo sintomo è stata la sua miglior soluzione, alla luce della sua storia, delle sue esperienze e dei suoi conflitti! Non c’è nulla da aggiustare, ma qualcosa da ritrovare e ricreare!!!” È proprio cosi, i nostri sintomi, a volte, ci proteggono da sofferenze o da situazioni che sarebbero ancora più difficili e complesse. Sono il punto di partenza per addentrarci dentro il nostro inconscio, in ciò che è intricato, poco chiaro, ombroso, come un bosco. Un bosco che incute timore, ma che è anche pieno di risorse. Secondo Jung: “L’inconscio non è soltanto male ma anche la sorgente del bene più alto, non è solo buio, ma anche luce, non solo bestiale, semiumano, demoniaco, ma sovraumano, spirituale e, nel senso classico del termine, divino.”

Proviamo ad immaginare il sintomo come una via maestra, la stradina di Pollicino nel cuore del bosco, la stradina di molliche di pane e sassolini che permette di non smarrire la via, di ritornare a casa, arricchiti dall’avere fatto esperienza, dall’avere vissuto, dall’aver incontrato le nostre paure, dall’aver dimorato nella stamberga dell’orco, dall’aver trovato aiuti inaspettati e dall’esserci tratti in salvo da noi stessi, grazie alle nostre capacità.

I nostri sintomi, le nostre malattie, raccontano di noi, hanno un legame profondo con la nostra storia individuale e familiare, ci raccontano qualcosa di molto preciso di noi che diventa possibilità di svelamento, di chiarificazione, possibilità di crescita.

Bert Hellinger afferma, dal punto di vista sistemico, che i sintomi sono tentativi falliti di amare, creano il problema, ma anche la soluzione. Per capirci con un esempio spesso sotto la rabbia si nasconde una protesta d’amore, una richiesta di sentire riconosciuto il proprio valore, e se diamo parole alla rabbia si rende possibile trovare la risposta adeguata. Così tanti altri sintomi fisici o emotivi, rivelano legami di continuità e fedeltà con le aspettative familiari e generazionali. Ascoltare la voce di questi sintomi, comprenderne i significati, permetterà di portare alla luce ciò che in modo sotterraneo lavorava, in attesa di un nostro risveglio di coscienza. Quello che pensiamo viene dal passato. Quello che vogliamo viene dal futuro. Quello che sentiamo è nel presente.

Ci sono dei temi ricorrenti, più frequentemente nascosti ed irrisolti, nella nostra storia individuale e familiare che si svelano attraverso i sintomi e che indicano la strada di liberazione, di crescita per il singolo e per l’intero suo sistema. Liberazione che spesso avviene con un atto di trasgressione, di affrancazione dalle ingiunzioni e dalle aspettative familiari, per compiere ciò che la nostra psiche, la nostra anima ci chiede.

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