Horror vacui o neofobia?

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Spesso il vuoto che tanto ci spaventa non è altro che uno spazio libero in cui creare e incontrare il nostro Sè
Claudio Agosti

Molte delle nostre azioni, gran parte della nostra vita (psichica e non solo) sono mosse dalla paura del vuoto, l’horror vacui.
Sentiamo un vuoto dentro di noi, questa cosa ci spaventa, e cerchiamo in tutti i modi di riempirlo per non sentire che quel vuoto è lì. E quindi ci buttiamo dentro cose, attività, sostanze, relazioni…ma non ci fermiamo a contemplare quel vuoto, a comunicarci.
In analisi bioenergetica, spesso questo senso di vuoto, anche esistenziale, è legato a una contrazione del respiro, a una respirazione bloccata. Fermiamoci dunque a sentire questo vuoto. Dove lo sentiamo? Nel petto? Nella pancia? Nella testa? Nel cuore? Possiamo allora provare a respirare dentro questo vuoto, a portargli attenzione e respiro. E provare a guardarlo con occhi nuovi.
Allora forse ci apparirà in un’ottica diversa: come uno spazio libero paradossalmente pieno di possibilità. Certo, l’incertezza che ci può generare trovarci di fronte a una pagina bianca può spaventare, ma almeno abbiamo messo a fuoco che un vuoto è anche una porta aperta, spesso verso noi stess*, verso il nostro vero Sè.

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