Il conflitto sociale ai tempi del Covid spiegato ad un bambino

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«Mamma perché quei signori urlano?»
«Stanno litigando.»
«E perché?»
«Perché hanno lo stessa opinione l’uno dell’altro, ma fanno finta che non sia così.”»
«Mamma non capisco.»
«Allora, il primo signore dice: “se non la pensi come me sei stupido e cattivo”.»
«E l’altro mamma?»
«L’altro sostiene la stessa cosa: “anche tu se non la pensi come me sei stupido e cattivo “.»
«E cosa sperano di ottenere facendo così, mamma?»
«Sono convinti che dando dello stupido e del cattivo, l’altro cambierà idea e dirà: “Oh, hai proprio ragione, sono stupido e cattivo, ma io voglio essere bravo e intelligente come te, quindi d’ora in poi agirò e la penserò come te”.»
«Ma dai mamma, è impossibile, non succederà mai!»
«Eh già, hai proprio ragione. Questi due signori, in fondo, sono come due treni che viaggiano sullo stesso binario e arrivano dai due lati opposti.»
«Mamma, così finiranno per scontrarsi e distruggersi a vicenda, è terribile.»
«Si è terribile.»
«Qualcuno dovrebbe aiutarli a capire che è pericoloso, a fermarsi in tempo e invece gli adulti intorno è come se li spingessero a premere sull’acceleratore. Mi facevano tanta paura.»
«Quando i treni faranno l’incidente cosa succederà?»
«Che il traffico si bloccherà e daranno la responsabilità a uno dei due treni.»
«A quale mamma?»
«A quello che secondo la propensione della maggioranza verrà considerato il più stupido e cattivo.»
«Ma non è giusto mamma! tutti sapevano che prima o poi si sarebbero scontrati. la responsabilità è di chi li ha lasciati continuare. Perché non li vogliono fermare? Perché i capi stazione non fanno in modo di interrompere questa corsa pericolosa?»
«È la domanda che dovremmo farci tutti ed invece ci lasciamo prendere dall’eccitazione della sfida. È un po’ come se fossimo tanti tifosi ed ognuno tifa per il suo treno!»
«Ma perderanno tutti è una follia mamma.»
«Si proprio così, è una follia che sposta l’attenzione e l’energia dalle cose che sono importanti.»
«Ma non ci posso credere, e allora la lotta continuerà all’infinito.»
«Si è possibile, questa lotta protratta nel tempo si chiama odio e rancore.»
«Mamma come è possibile? Sono solo due treni, sono identici, vogliono la stessa cosa. Ora vado da quei signori che litigano e dico loro che non possono cambiare il modo con cui l’altro pensa giudicando e offendendolo.»
«E come possono fare allora?»
«Fare come facciamo noi bambini.»
«E cioè?»
«Cambiare gioco, perché se nessuno ride, non è un gioco. Me l’hai insegnato tu.»
Non è tanto importante stare al tuo o al mio gioco.
L’importante è non perdere l’opportunità di poter giocare insieme.

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