“Dovunque tu vada, ci sei già” (Jon Kabat-Zinn)
Finalmente le vacanze!
Un tempo di stacco necessario per riprendere le forze, fare qualcosa di nuovo o diverso, o semplicemente riposare, fare qualcosa che non abbiamo tempo di fare nel trambusto quotidiano. E allora si parte. Talvolta, però, in valigia ci mettiamo anche l’illusione che basti andare altrove per cambiare le nostre dinamiche, la nostra attitudine. Certo, spesso le vacanze presentano sì delle variazioni nel flusso della vita, ma al ritorno spesso ritroviamo tutto com’era.
L’ideale sarebbe stare sempre in vacanza…impossibile? Letteralmente probabilmente è irrealizzabile, ma possiamo prenderci delle microvacanze continuamente. Per esempio prendendoci il tempo di respirare. Spesso mentre siamo occupati, il nostro respiro diventa flebile, quasi andiamo in apnea. E allora ci sentiamo soffocare, e davvero stiamo quasi soffocando. Se non respiriamo moriamo, ma se respiriamo meno, siamo meno vivi!
Prenderci dunque il tempo di fare qualche respiro a pieni polmoni, bastano pochi istanti, e il nostro sentire, la nostra energia cambia. Possiamo uscire e respirare nel verde, ma anche fare un solo respiro di sollievo, il più spesso possibile (e, essendo un’attività che occupa pochi secondi, perché non dovremmo riuscire a concedercela? Non è una domanda retorica, è importante: perché non ci concediamo di respirare?).