L’ultimo tramonto

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Ho scattato questa foto ieri sera.
La sera del cambio dell’ora è un po’ l’ultima sera della stagione di luce.
Noto che mi prende sempre una certa malinconia.
Osservo emergere una parte ansiosa di me che si mette a fotografare ogni singola variazione di luce.
Sono come un’avara che colleziona ogni singolo attimo come se fosse l’ultima volta che uno spettacolo di questo tipo accadrà. Come se fosse l’ultimo tramonto.

Questa foto rappresenta il momento in cui mi sono fermata ad osservare quest’ansia.

Quando ci fermiamo e accettiamo con compassione ciò che sta avvenendo in noi in quel momento avviene un allineamento.

Ho accettato di essere testimone di ciò che ero in quell’istante, ho dato spazio, mi sono lasciata prendere e penetrare dalla luce e dall’ambiente intorno a me.

Mi sono lasciata respirare.

Sono diventata tutt’uno con ciò che c’era in quel momento: la mia frenesia di accalappia scatti, la mia malinconia, l’aria calda che accarezzava la pelle, la luce dolce, il rumore gentile di un mare quasi fermo, il suono degli uccelli.

E mi sono accettata.

Quando si fa un passo nell’accettazione, si entra dentro uno spazio misterioso di infinita beatitudine.

E ti accorgi che tu sei.
Che la frenesia di fermare il tempo se ne va.
Perché il tempo si fa eterno.
E la paura si dissolve nel tempo di qualche respiro.

Osservo la luce della luna che traccia una linea nel mare.
Mi sembra un braccio che si allunga verso di me,
che mi viene a toccare.

Vieni, dice, stai con me.

Ora sento che anche la malinconia si scioglie.

Lentamente si apre la porta del mio cuore.
E lascia entrare.

 

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