La carriera, gli interessi, i rapporti affettivi, sono importanti soltanto se vi spingono a una comprensione maggiore di voi stessi; altrimenti sono irrilevanti (Almaas, maestro sufi)
Consapevolezza e disidentificazione sono gli ingredienti fondamentali per lavorare su noi stessi.
Essere nel mondo senza essere del mondo.
Un concetto che ho incontrato per la prima volta nella Terapia della Gestalt e prende origine da un’attitudine di fondo che accomuna tutte le tradizioni spirituali.
Ma cosa vuol dire essere nel mondo senza essere DEL mondo? Significa capire che la nostra essenza è come un diamante. Esso pur essendo nella roccia non è roccia.
Significa comprendere che la realtà è filtrata da sensazioni, pensieri, immagini, emozioni che agiscono in base ad automatismi che si organizzano nel nostro carattere.
Il nostro carattere è la roccia, è il mondo.
Tutta la nostra sofferenza si origina dal carattere. Un lavoro terapeutico ci aiuta a riconoscere questi automatismi, a guardare agli eventi della vita cone un’opportunità per apprendere qualcosa su questa gabbia ma anche ad intravvedere la nostra essenza.
Per questo si dice che l’obiettivo di una terapia è essere più integrati.
Il carattere crea divisione dentro di noi e quindi fuori di noi.
Il fuori è solo uno specchio.
Guardare alla vita come ad uno specchio del nostro mondo significa diventare eterni apprendisti, ricercatori.
Il mondo con le sue esperienze ci permette di rivelarci a noi stessi, perché conoscere significa CO-NASCERE: la conoscenza che emerge dalla consapevolezza rinnovata di noi stessi ci dà alla luce. Ancora e ancora.