Il lavoro ci mangia il tempo, le aspirazioni individuali di successo professionale rendono tutto il resto secondario, i vincoli di indissolubilità sono superati.
La felicità immediata, che poi in realtà dovremmo chiamare “piacere sensoriale”, sembra molto più attraente che la gioia perseguita e guadagnata con un fare costruttivo e solidale.
Consumiamo tutto in fretta, dagli hobbies ai lavori, dalle amicizie alle relazioni parentali, dalle vacanze agli interessi culturali, tutto è precario, tutto è superficiale, e dunque anche l’amore, siamo tutti in mobilità frettolosa obbligata e, di conseguenza, viaggiamo galleggiando con un’instabilità psicologica costante.
Nelle grandi città la quantità dei contatti ha sostituito la qualità dei rapporti.
Una scriteriata crescita numerica ci travolge e ci spinge a correre sempre di più, come se il progresso fosse fare più cose e conoscere più gente.
Così, senza radici, flettiamo pericolosamente ad ogni scarto di vento, cercando solidità e protezione nel conto in banca o nell’ostentazione dei nostri successi, del tutto inefficaci di fronte ai mali del secolo nel nostro mondo occidentale: la solitudine e il senso di inutilità della vita.
Per aiutare le persone ad investire la propria intelligenza ed il proprio tempo per conseguire forse il più bel regalo che la Natura ci ha messo a disposizione, la felicità relazionale, abbiamo scritto un libro.
Lo abbiamo chiamato amore limpido.
Limpido perché in un rapporto si possa guardare nel profondo ed amare anche quello che a prima vista non si coglie, limpido perché vero, limpido perché naturale, limpido perché offerto senza inganno, limpido perché consente di vedere immediatamente quando qualcosa lo intorbida, limpido perché l’acqua è il simbolo della conoscenza che scorre e disseta ed è alla portata di tutti. L’amore limpido potrebbe perfino essere un programma di vita per i rapporti di ogni genere. Per noi, che ci proviamo con alterni successi, è anche un’aspirazione personale e professionale che ci orienta a vedere l’altro per quello che è veramente, non per quello che lui desidera essere o mostrare o, peggio ancora, per quello che noi pretendiamo che sia. La limpidezza è l’offerta di sé autentica e trasparente, così rilassante quando ci si può mostrare senza difese o tattiche di approccio, così rasserenante quando non si ha più nulla da nascondere e ci si confronta reciprocamente con fiducia e stima.
E poi la limpidezza consente di capire e spiegare anche le manifestazioni apparentemente più fastidiose, è ciò che favorisce la comprensione e la tolleranza, se non proprio l’affetto incondizionato, anche per i lati peggiori d’ognuno.
La limpidezza è la prima condizione per l’accettazione, l’accoglienza e la condivisione dell’altro tutto intero, in una parola per l’intimità.
E poi ci sono la passione, l’evoluzione, la parità, il progetto di vita insieme e un sacco di altre cose belle, ci sarà di che divertirsi.
E ora, come dicono al circo, andiamo a incominciare.
Confutazione del primo luogo comune: dobbiamo trovare l’anima gemella!
Non esiste un’anima che sia la nostra gemella, o meglio dovremmo dire che migliaia di persone possono essere (ma, come vedremo, sarebbe meglio dire: possono diventare) il compagno/a della nostra vita. Non stracciamoci dunque le vesti, non arrabbiamoci troppo, non traiamo conclusioni affrettate, se un amore finisce.
Se è finito, semplicemente non era la nostra storia, “non era destino” si dice.
In genere si scopre che quella persona, passata l’infatuazione iniziale, non era di quelle giuste. Quello che accade il più delle volte è che, sotto un’immagine attraente, emergono col tempo elementi caratteriali in evidente contrasto con le nostre aspettative, niente di strano, potremmo dire, un problema di corrispondenza fra immagine e sostanza, fra forma e contenuto, fra prodotto e confezione.
E allora ricominciamo a cercare, magari guardando un pò prima cosa c’è veramente “sotto il vestito”.
Confutazione del secondo luogo comune: l’amore è un sentimento irrefrenabile!
A parte il fatto che ciò che è irrefrenabile di solito è il desiderio, l’amore poi non è un’emozione, ma un insieme di comportamenti che danno gioia e piacere.
Che ci importa, infatti, bisogna pur dirlo, che qualcuno provi attrazione (desiderio appunto) irrefrenabile per noi, che sia pieno di gioia (questa sì che è un’emozione) quando ci vede e di tristezza (altra emozione) quando siamo lontani? Ci importa molto invece che sia gentile, che ci faccia regali inaspettati, che piaccia anche a noi, che senta attrazione sessuale e che soprattutto la manifesti in modo accettabile e gradevole per noi.
Ci importa che ci capisca, che sia dalla nostra parte, che sia protettivo, che faccia … quello che desideriamo, che ci faccia stare bene.
Più avanti ne diremo delle belle sui comportamenti d’amore, per ora limitiamoci a dire che quello che conta non è ciò che si sente o si dichiara, ma ciò che si fa, quello che sentiamo né sarà la logica conseguenza, se poi, da parte nostra, saremo capaci di fare altrettanto.
Confutazione del terzo luogo comune: l’amore è un mistero.
Certo che lo è, ma solo per chi non ha nessuna consapevolezza di sé e dei propri bisogni relazionali. La cosa buffa è che sembra che a parlarne seriamente se ne perda la poesia, come se programmando un viaggio non dovessimo sapere cosa stiamo cercando e dove vogliamo andare.
Ma come? Sogno una vacanza, avventurosa o pacifica, culturale o ecologica che sia, e non dovrei informarmi prima se quello che mi viene offerto nel depliant pubblicitario è ciò che desidero?
Se una volta decisa la partenza m’informo sull’abbigliamento più adatto oppure mi leggo un saggio sulla cultura del luogo, poi perderò il gusto della sorpresa?
Sarò meno emozionato e ammaliato dalla bellezza dell’aurora boreale o di un branco di pesci tropicali solo perché so che mi piacciono e ne conosco l’origine e la forma?
E ancora, se la mia vacanza sarà in una tranquilla casa in campagna con amici o familiari, magari anche sempre i soliti, dove peraltro saprò per certo cosa faremo, sarà per questo meno gioiosa e nutriente, solo perché sarà sempre il solito posto ad accogliermi e le solite persone a volermi bene? Ma andiamo!
Il problema è caso mai il contrario, non sapere cosa ci piace, non saper cercare e dunque non saper trovare ciò che è adatto a noi, ciò che rende felici noi, proprio noi.
La prima cosa che un “aspirante amante” deve sapere è cosa sta veramente cercando in una persona e, al di là delle manifestazioni di marketing personale che tutti inevitabilmente facciamo, come scoprire se l’altro ha le caratteristiche per “diventare” il compagno per la vita, o almeno provarci.
Naturalmente non è che di misteri non ce ne siano, e questo vale per tutte le espressioni degli esseri umani, solo che alcuni di questi bisogna scoprirli prima possibile.
La coppia amorosa deve percorrere un percorso tortuoso, pieno di svolte, di salite e discese, con cambi di direzione a volte progettati attentamente e a volte improvvisati e del tutto inaspettati, la coppia amorosa dev’essere un’alleanza fra persone vere che, come vedremo, dovrebbero sapere benissimo dove vogliono andare, prima di tutto individualmente e poi insieme.
Un viaggio meraviglioso e sorprendente che certo non s’addice a miopi, balordi, sbrigativi e pelandroni.
Estratto dal libro “Amore limpido. Nuove prospettive di felicità per la vita di coppia” di Giorgio Piccinino, con la partecipazione di Dianora Natoli Casalegno. Erickson Trento.
interessante.
alla fine, considerando il mio caso , mi chiedo se passione e libertà siano 2 stati d’animo conciliabili.
forse potrei rinunciare alla prima se potessi comunque mantenere desiderio e intensità e al tempo stesso ottenere limpidezza , alleanza e autonomia.