bambino interiore

Accogliere il bambino che c’è in noi

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Nel lavoro in psicoterapia il contatto con il proprio bambino interiore rappresenta spesso un’esperienza commuovente ed emozionante per il paziente e per il terapeuta. Questo rappresenta una delle esperienze più autentiche di contatto con noi stessi, con le nostre fragilità ma anche con le nostre risorse interiori.

Affinché il terapeuta possa aiutare il paziente ad entrare in contatto con il proprio bambino interiore è necessario che egli stesso sia in contatto con il bambino presente dentro di Sé.

A tal proposito mi viene in mente Luca un paziente che non ha mai potuto essere veramente bambino, dove fin dai primi incontri intuisco un profondo bisogno di essere compreso, di essere ascoltato in quella parte più fragile e al tempo stesso la paura di entrare in contatto con le proprie emozioni. Nel lavoro con Luca quello che mi ha aiutato di più ad entrare in risonanza con lui è stato il contatto con quella mia parte del bambino ferito, per poter sentire il bambino ferito che si agitava dentro di lui.

Da qui è iniziato un profondo dialogo tra Luca e il suo bambino, un dialogo fatto di parole semplici come, ti voglio bene, mi dispiace, ecc…dove poter ascoltare quella parte sofferente e accoglierla dentro di Sé, un dialogo ricco di emozioni di tristezza, di dolore ma anche di gioia e di speranza, dove la cosa importante e determinate è stata la possibilità di avere riaperto un dialogo interiore con quel bambino ormai non ascoltato da troppi anni nei suoi bisogni profondi.

Luca mi portava un profondo senso di insoddisfazione nelle sue relazioni di coppia ma anche un profondo senso di mancanza della presenza di una donna che lo sapesse amare e capire profondamente. Ma quanto Luca sapeva amare sé stesso? E quanto cercava al di fuori di Sé, in un a relazione con un femminile, qualcosa che non riusciva a fare con sé stesso: prendersi cura del suo bambino.

La graduale consapevolezza di Luca di potersi prendere cura di Sé in un modo che non aveva mai fatto, di ricontattare i suoi bisogni infantili rimossi, lo hanno aiutato a diventare un adulto più integrato e capace di creare relazioni mature.

Se pensiamo al cerchio della vita, nasciamo bambini, diventiamo adulti e nella vecchiaia torniamo bambini ma con la consapevolezza dell’adulto, quindi il nostro bambino ci accompagna nel corso di tutta la vita.

Come è cresciuto il bambino che c’è in noi, il nutrimento che ha ricevuto e il tipo di attaccamento che si è creato con le figure genitoriali è determinante nel modo con cui da adulti creiamo relazioni e viviamo le nostre emozioni.

L’immagine del bambino viene spesso associata al senso di libertà e spontaneità che in parte perdiamo nel corso della crescita. In psicoterapia coltivare il proprio bambino interiore significa riscoprire un mondo di possibilità e di energie dimenticate che ci possono aiutare a vivere la vita in modo più autentico, spontaneo e naturale in linea con quella che veramente siamo.

A tal proposito mi viene in mente Nicola un mio paziente che dopo un esercizio bioenergetico in cui doveva colpire da sdraiato il materasso con i pugni dicendo “No”, gli appare un’immagine di lui da piccolo con un bavaglio davanti alla bocca che gli impedisce di parlare.  Alla fine del lavoro riferisce come un senso di liberazione, come se per un attimo fosse ritornato a sentirsi come un bambino che protestava e che poteva finalmente dire “no” ai genitori. Questa possibilità di regredire e di esprimere quei “No” ha iniziato ad aiutare Nicola ad esprimere con maggiore assertività quello che pensava nella vita. Talvolta la possibilità di dire “No” può liberare un grande quantità di energia bloccata dentro di noi e può aprirci alla possibilità di dire “Sì” al mondo e alla vita. I blocchi e le rigidità di Luca come la sensazione di sentirsi sempre sbagliato si legavano al suo passato, alla rigida dell’educazione ricevuta che a sua volta gli faceva vivere il mondo con un senso di controllo rispetto alle emozioni con conseguenti scoppi di rabbia.

Nel lavoro con Luca abbiamo recuperato quella sua possibilità di esprimere la sua rabbia, quella rabbia trattenuta sotto la quale si nascondeva la tristezza di un bambino incompreso.

In ogni percorso di Psicoterapia il contatto con il proprio bambino interiore rappresenta una tappa fondamentale di presa di consapevolezza del rapporto con sé stesso e con i propri bisogni. Il bisogno di amare e di essere amato è un bisogno imprescindibile di ogni relazione umana ma per poter amare veramente è necessario partire da sé stessi.

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