Perché mi hai lasciato solo? Quando un bambino perde una figura di riferimento.

Reading Time: 3 minutes
Il lutto nell’infanzia

“Ciao Marta, piacere, io sono Elisabetta. Vieni, sediamoci qui per terra sul tappeto. Sai, la mamma mi ha raccontato cosa ti è successo e capisco che per te sia molto difficile riuscire a parlarne con me… in fondo mi vedi oggi per la prima volta nella tua vita e forse penserai: ma cosa vorrà mai questa da me, proprio oggi che è una giornata nera?!”.

Marta mi sorride, abbassa lo sguardo e scoppia in lacrime… mi abbraccia forte.

Rimaniamo un po’ in silenzio abbracciate e appena si calma mi dice che il suo papà l’ha lasciata, improvvisamente, senza neanche salutarla.

Parlare e affrontare la morte e le emozioni ad essa associate è un compito difficile, sia per l’adulto che per il bambino.

Nel corso della vita cerchiamo di munirci di tutti gli strumenti possibili per arrivare preparati al momento in cui dovremo fronteggiare il momento della morte, nostra o delle persone a noi care. Speriamo di starci male il meno possibile e di reagire in fretta; eppure quando accade, il dolore non trova rimedio con gli strumenti di cui ci eravamo equipaggiati.

Quando poi è un bambino a perdere una persona cara, gli adulti accanto a lui si trovano spesso in difficoltà e non sanno cosa è giusto dire, quando e come.

Spesso si pensa, erroneamente, di dover tutelare il bambino dal contatto con la morte: non se ne parla, s’inventano scuse per spiegare dove sono andate le persone che non ci sono più e si racconta loro che non devono pensare alle cose brutte, quindi nemmeno pensare alla morte.

Questa modalità rischia di trasmette al bambino l’idea che la morte sia un tabù, un qualcosa di terrificante ed ingestibile, di cui egli deve aver paura!

Sarebbe invece utile avvicinare il bambino ad un argomento così naturale, seppur doloroso.

Questa rappresenta una delle tipiche paure che i bambini possono sperimentare quando iniziano a capire che nulla è eterno ma tutto ha un inizio e una fine.

Quando un bambino perde una persona importante, come ad esempio un genitore, dobbiamo immaginare che questo avvenimento abbia ripercussioni su tutto il sistema familiare, che richiede dunque una nuova organizzazione.

Può capitare che il genitore, che con il bambino deve elaborare questo momento doloroso, pensi di dover trattenere le lacrime e ciò che sente, facendosi vedere forte e reattivo.

Questo atteggiamento, seppur attivato da un istinto di protezione nei confronti del figlio, trasmette al bambino l’idea che tutte quelle emozioni che prova, debbano essere trattenute e non possano essere condivise.

Il bambino si trova dunque a fare i conti con tante emozioni intense che richiedono uno spazio di esplorazione e comprensione.

Nonostante sia possibile osservare un’iniziale fase di negazione di quanto avvenuto, è importante aiutare il bambino ad esprimere tutto ciò che sente.

In seguito a un lutto si può essere distrutti, si piange, si è tristi e si è anche molto arrabbiati, si pensa che il mondo sia ingiusto e che proprio a te quella cosa non doveva capitare.

La persona che se ne va, lascia un vuoto e quel vuoto può fare molta paura, ma bisogna avere il coraggio di guardarlo.

Di fronte ad un lutto il bambino può inoltre sviluppare alcuni sintomi fisici come ad esempio mal di pancia, mal di testa, inappetenza, paura di ammalarsi e talvolta anche disturbi del sonno.

Qualche settimana dopo la morte del papà, Marta ha sviluppato un fortissimo mal di pancia che la portava ad avere forti crisi di pianto.

Canalizzando il suo dolore nel corpo, Marta ha potuto esprimere così tutta la sua difficoltà a digerire e gestire quello che le stava capitando.

Aiutarla a tradurre in parole ed immagini le emozioni trattenute dentro di sé, ha rassicurato Marta e ha facilitato il suo processo di elaborazione.

Per un bambino la morte di una persona cara, rappresenta sicuramente un’esperienza difficile da gestire.

Gli adulti che gli stanno accanto rappresentano per lui una risorsa fondamentale se riescono ad essere in grado di guidarlo e sostenerlo nell’esplorazione di tutto quel mondo fatto di dolore che si costella dentro di lui dopo la perdita.